Assicuratore responsabile

Odissea nello spazio

La guida autonoma entra a far parte della quotidianità

Auto guidate a distanza, autobus senza conducenti, ma anche trattori che lavorano i campi e addirittura navi guidate dai computer.

Non è un film di fantascienza, ma l’effetto dei ritmi velocissimi del progresso tecnologico che ha ormai cambiato la concezione del tempo.

In alcune parti del mondo la guida autonoma è già entrata a far parte della quotidianità. Pensiamo solamente alle linee della metropolitana delle grandi città statunitensi, ma anche a Dubai, Vancouver, Singapore, Hong Kong, Lille, Parigi, Copenaghen, Milano, Roma. Gli esempi sempre più numerosi fanno della metropolitana senza guidatore il simbolo della mobilità driverless in città.

 

Il sistema di automazione integrale sostituisce l’operatività del macchinista alla guida e aziona il treno, lo instrada sulla linea e regola partenze, arrivi e velocità, oltre a gestire apertura e chiusura delle porte e individuare ostacoli ed eventuali emergenze.

Dalla metro alla strada la tecnologia è grosso modo la stessa e se di auto a guida autonoma se ne parla ormai da tempo, negli Stati Uniti così come in Canada, Cina e Giappone, molte istituzioni locali stanno inaugurando servizi di trasporto con piccoli bus senza conducente, impegnati in brevi e facili tragitti.

Facile pensare di essere all’alba di un vero e proprio stravolgimento del settore automotive, ma anche di un complessivo ridisegno del trasporto pubblico, dove nell’arco dei prossimi dieci anni gli autobus senza conducente gireranno tranquillamente per le strade delle città del mondo, andando a risolvere problemi complicati come la qualità e il costo del servizio pubblico.

 

Sarà normale salire su un autobus guidato dall’intelligenza artificiale che si muoverà secondo una percorso preimpostato alla velocità consentita dal traffico e sarà in grado di fermarsi, ripartire e scansare gli ostacoli, proprio come faranno le nostre automobili. E anche se è più difficile da immaginare, ci abitueremo a chiamare un taxi e a vederci arrivare un drone/elicottero che si alzerà in volo per teleguidarci a destinazione evitando gli ingorghi del traffico. No, nessun pilota: voi, il drone e il cielo. Nessun bolide volante a sfrecciare nei cieli come in Blade Runner, ma grandi droni teleguidati a distanza per utilizzare quello spazio aereo conosciuto come “Low airspace” non impiegato dagli aerei. A utilizzarlo saranno anche i droni abilitati alla Rete 5G per consegnare pacchi e beni acquistati online. Droni che potranno essere di grande aiuto anche in situazioni estreme come, ad esempio, raggiungere zone isolate in seguito a catastrofi naturali.

 

Anche le compagnie di assicurazione possono trarre beneficio dall’utilizzo dei droni, basti pensare alla possibilità di fotografare determinati danni. Le immagini aeree possono localizzare con precisione i danni subiti che non sempre i periti assicurativi possono rilevare in tutta sicurezza, senza contare che questa modalità di rilevamento contribuisce ad accorciare in maniera sensibile i tempi di gestione dei sinistri. Velocità significa anche risparmio per gli assicuratori: si stima che l’11% del premio di ogni polizza sia speso per le fasi di investigazione e liquidazione dei sinistri.

 

È un mondo in trasformazione, dove nelle aree metropolitane convergeranno sempre più persone. L’Onu stima che entro il 2030 ci saranno ben 43 megalopoli che supereranno i 10 milioni di abitanti, la maggior parte concentrate nei Paesi in via di sviluppo, tra Asia, Africa e Medio Oriente, per arrivare nel 2050 con quasi il 70% della popolazione mondiale concentrata nelle aree urbane, in conseguenza del crescente fenomeno dell’emigrazione dalle zone rurali.

 

Davanti a questi trend è normale pensare alla tecnologia come la principale risorsa per migliorare la vivibilità delle città e anche gli approvvigionamenti necessari, collegando mondi finora disgiunti come il trasporto su strada, quello aereo e quello via mare, senza dimenticare il settore agricolo.

 

È vero che si parla principalmente delle novità tecnologiche solo in termini di mobilità terrestre e aerea, ma il 71% del pianeta è coperto da oceani e immensi specchi d’acqua percorsi dall’uomo con enormi problemi connessi al traffico marittimo. Non solo inquinamento, ma anche danni alle specie marine e rischio pirateria. Una grossa mano per superare questi problemi arriva dalla progettazione di navi cargo autonome in grado di incrementare l’efficienza e ridurre le emissioni. In Svezia opera già una unità che trasporta 120 container senza alcun equipaggio, anche se su una tratta di solo 7 miglia. La nave senza equipaggio potrebbe però rivelarsi l’innovazione più rivoluzionaria degli ultimi decenni. Stando alle previsioni degli esperti, nel 2019 salperà la prima portarinfuse giapponese senza marinai a bordo; nel 2025 toccherà al settore offshore ed entro il 2050 il governo cinese prevede la gestione in remoto di ogni tipo di veicolo in movimento. Anche per le vie di mare si prefigura quindi uno scenario completamente diverso con la realizzazione di grandi navi cargo automatizzate, alimentate a gas in grado di trasportare di tutto.

 

Evidenti i benefici in termini di costi e di sicurezza, tenuto conto che circa il 75% dei sinistri marittimi sono oggi dovuti all’errore umano, e di abbattimento del rischio di lesioni o morte dell’equipaggio oltre che di disincentivazione della pirateria non essendo possibile prendere in ostaggio il personale di bordo e chiedere un riscatto.

 

A chiudere il cerchio non resta che il settore agricolo. La tecnologia è arrivata in soccorso degli agricoltori che, grazie all’utilizzo di applicazioni e intelligenza artificiale possono migliorare notevolmente le loro condizioni di lavoro e la produttività dei terreni.

 

Scopri di più sull’uso dei droni alla pagina Generali è pioniere nell'uso dei droni nella gestione dei sinistri.