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AI, partita a due

La sfida tra Cina e America sull’intelligenza artificiale è di importanza cruciale

La competizione sullIntelligenza artificiale tra Usa e Cina è già cominciata a colpi di investimenti nel settore: numeri e risultati sono impressionanti, ma non c’è ancora un vincitore

 

Nel luglio scorso il governo di Pechino ha pubblicato un documento programmatico in cui si pone l’obiettivo di diventare la superpotenza mondiale dell’IA entro il 2025, superando gli americani, che a oggi detengono lo scettro. L’auspicio, come riportato da Reuters, è che il settore arrivi a valere 22 miliardi di dollari nel 2020 e 60 entro il 2025. “L’Intelligenza artificiale è divenuta il nuovo focus della competizione internazionale. I più importanti Paesi del mondo guardano al suo sviluppo in chiave strategica per rafforzare la competitività e salvaguardare la sicurezza nazionale”, si legge nel documento di Pechino, così come riportato dalla CNN.

 

L’approccio delle autorità americane viene giudicato non sufficientemente ambizioso da diversi esperti, tra cui quelli del Belfer Center for Science and International Affairs, legato all’Università di Harvard, che ha da poco pubblicato una studio sul rapporto tra IA e sicurezza nazionale, secondo il quale gli Usa rischiano di cedere il passo e questo vale anche per il settore non militare.

 

Oggi, su un totale di 2542 aziende operanti in questo settore a livello mondiale, il 42% ha sede negli Stati Uniti e il 23% in Cina. I numeri sugli investimenti inoltre mettono in evidenza il duopolio che si è instaurato. Secondo il sito specializzato Technode, dei 25 miliardi di euro investiti dal 1999 in questo mercato, il 51% è stato assorbito dagli Stati Uniti e il 33,18% dalla Cina. Al resto del mondo va solo il 15.73%.

 

Le grandi compagnie cinesi si stanno attrezzando per rincorrere quelle americane. Baidu, il più importante motore di ricerca del Paese, ha scommesso tantissimo sull’IA, e vanta già due strumenti invidiati da molti. Uno è DuerOS, un sistema di riconoscimento vocale molto avanzato che permette l’interazione tra uomo e macchina: il primo dispensa comandi, la seconda esegue. Con DuerOS, Baidu sfida direttamente i prodotti dei pesi massimi americani, quali Amazon Alexa, Google Assistant, Apple Siri e Microsoft Cortana. Con il software Apollo, invece, la compagnia è entrata di prepotenza nella sfida per la self-driving car. Apollo è stato lanciato nel 2013, con un investimento di 1,5 miliardi di dollari. I risultati a oggi dicono che il software viene usato da 6mila programmatori. In questo periodo sono previsti i primi esperimenti, su situazioni non complesse di guida. Dal luglio 2018, secondo i piani, dovrebbero essere lanciati dei minibus a marchio Baidu. Il 2020, invece, sarà l’anno in cui la self-driving car, sempre secondo le intenzioni, sarà realtà.

 

Ed è proprio questo il terreno su cui Baidu collaborerà con il Ministero della Scienza, che ha incluso l’azienda in un dream team pubblico-privato che dovrà sostenere la scalata al tetto dell’IA. Le altre compagnie coinvolte sono Alibaba, Tencent e iFlyTek. Alibaba dovrà lavorare su soluzioni che migliorino la vita nelle città, Tencent si occuperà di computerizzazione e diagnosi mentre iFlyTek si impegnerà nel campo del riconoscimento vocale.

Nonostante le prospettive siano ambiziose, le risorse non manchino e la collaborazione pubblico-privato sia intensa, gli Stati Uniti continuano a mantenere il pallino della partita, anche in virtù del fatto che tutto l’IA americano, diversamente da quello cinese, ha una storia importante alle spalle.

 

L’unico settore di IA dove i cinesi sembra essere più avanti è la robotica intelligente.

Ma il divario più notevole si ha sul numero degli specialisti: negli Stati Uniti 78mila specialisti, in Cina 39200. Tutto dipende dalle università. Quelle cinesi non sono ancora al livello di quelle americane. E forse viene da pensare che, al di là degli annunci altisonanti e dell’apprensione che c’è negli Stati Uniti, la marcia di Pechino sarà più lunga del previsto. Ricordiamo due esempi: il super computer AlphaZero (Google) in sole quattro ore, è stato capace di assorbire le regole del gioco degli scacchi e surclassare Stockfish, considerato il miglior giocatore IA di scacchi. E ancora, la Nasa ha avvistato una “terra”, vale a dire un pianeta simile al nostro, ma ovviamente lontanissimo, grazie alla tecnologia messa a disposizione dal colosso di Mountain View.