La rivoluzione agricola
Trattori a guida autonoma, utilizzo dei droni per trattamenti mirati e di monitoraggio delle colture
Una grande rivoluzione tecnologica sta investendo l’agricoltura sebbene non se ne faccia un grande parlare al di fuori dell’ambito di stretta pertinenza. Mentre il dibattito pubblico ha maggiore eco quando si parla di OGM o chimica, sul fronte industriale che considera trattori, macchine operatrici e ormai i droni, i progressi enormi compiuti in questi ultimi anni stanno letteralmente trasformando la figura del coltivatore e dell’impresa agricola avvicinandoli sempre più a quelle presenti nell’industria avanzata.
Il settore primario, come ancora lo si definisce, ha perso molte delle sue caratteristiche originarie ed è sempre più un incubatoio di tecnologia, scienza e conoscenze avanzate. Tanto per cominciare, trova sempre più spazio in agricoltura l’utilizzo dei droni, quegli strumenti di volo pilotati in remoto da terra che possono essere attrezzati con telecamere termiche e altri sensori di tipo ottico in grado di rilevare la luce riflessa dalla vegetazione nel visibile e nell’infrarosso. Sfruttando la diversa riflettenza della luce di differenti lunghezze d’onda del fogliame durante la normale attività fotosintetica è infatti possibile calcolare dei rapporti, il più noto dei quali è l’NDVI (Normalised Difference Vegetation Index), per stabilire lo stato di salute della pianta.
Da queste mappature avanzate del terreno e delle colture è quindi possibile elaborare le mappe cosiddette di prescrizione (utilizzate per la concimazione, la semina o l’irrigazione a rateo variabile).
Ancora sempre grazie ai droni è possibile costruire mappe della variabilità del suolo ottenute dall’analisi congiunta con campioni di suolo georeferenziati, per delineare le caratteristiche chimico-fisiche del terreno. In ultimo, i droni vengono utilizzati per la lotta biologica di specifici parassiti consentendo una distribuzione veloce e mirata dei cosiddetti antagonisti. Ma i vantaggi che vengono dalla visione dall’alto non si limitano di certo ai droni, salendo di qualche decina di chilometri dalla superficie troviamo la fitta rete di satelliti alla base del sistema GPS (global positioning system) che sperimentiamo tutti i giorni utilizzando il nostro smartphone o il navigatore della macchina che ci dice dove siamo, a che velocità andiamo e ci indica la strada per la nostra destinazione.
E’ proprio il GPS alla base del concetto di guida autonoma di cui si parla ormai molto per le autovetture, ma che è già realtà nel campo dei mezzi di lavoro agricoli. Trattori con o senza cabina che possono lavorare giorno e notte compiendo quasi tutte le lavorazioni principali (aratura, erpicatura, semina, mietitura per fare solo degli esempi) oggi sotto la supervisione di un operatore in remoto, ma domani, con tutta probabilità, in totale autonomia. Le principali case produttrici sono al lavoro su questo fronte.
Ma anche restando al concetto di guida tradizionale basta oggi salire su un trattore di nuova generazione per rendersi conto di come la console di guida assomigli più a quella di un aereo che a quella di un vecchio mezzo cingolato di trent’anni fa dotato di tante manovelle e un solo conta-ore di funzionamento del motore. Questo per sottolineare come all’operatore siano oggi richieste competenze molto diverse da quelle del secolo scorso.
Maggiore efficienza, minori costi (anche ambientali), maggiore produttività e rese e, non va dimenticato, maggiore sicurezza considerata l’alta frequenza di sinistri nel settore agricolo e il costo elevato in termini di lesioni gravi e morti bianche che purtroppo da sempre contraddistinguono questo settore. Vantaggio per l’ambiente quindi, per il settore e per la collettività sia attraverso una migliore impronta ecologica (ecofootprint) consentita dalla nuova tecnologia e dal minore impatto in termini di costi sociali direttamente o indirettamente mutualizzati.
Scopri di più sull’uso dei droni alla pagina Generali è pioniere nell'uso dei droni nella gestione dei sinistri.