Datore di lavoro responsabile

Un Hackathon dedicato alla Sostenibilità

Barbara Lucini da Generali Italia S.p.A.
In questo spazio vorrei raccontarvi un’esperienza che abbiamo voluto insieme a tutto il top management team con l’obiettivo di fare un salto in avanti nella riflessione e nell’integrazione della sostenibilità nel business, nella nostra macchina operativa e nella nostra cultura aziendale: un Hackathon dedicato proprio alla Sostenibilità.

L’Hackathon Sostenibilità – che si è tenuto nell’ottobre 2023 presso la Tenuta di ca’ Corniani – Terra d’Avanguardia, un luogo unico di Gruppo Leone Alato, immerso in una natura ricca di biodiversità, circondato da arte e bellezza – è stata un’occasione per pensare fuori dagli schemi e ragionare in una logica di impatto sociale e ambientale.

Questa “maratona di idee” di due giorni, forte di una storia consolidata all’interno di Generali Country Italia su altri temi strategici quali la digitalizzazione, l’inclusione, la cultura del servizio al cliente, ha fatto leva sull’intelligenza collettiva, l’energia e l’entusiasmo di circa 130 colleghe e colleghe di tutte le società della Country, a cui si è aggiunto un nutrito gruppo di altri colleghi con ruolo di facilitatori nel design thinking e di subject matter expert.

Tre le parole che ci hanno guidato: futuro, complessità e innovazione.

Futuro. Quel futuro che vogliamo come “partner di vita” dei nostri clienti, di noi dipendenti e delle comunità quando diciamo che “vogliamo aiutare le persone a creare un futuro più sicuro e sostenibile prendendoci cura della loro vita e dei loro sogni”. Lo stesso futuro del Rapporto Brundtland (1987) che definisce lo “sviluppo sostenibile” come “quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future”.  Infine, un futuro che, se comparato alle sfide planetarie, ambientali e sociali, non è mai stato … così presente!

Complessità. L’integrazione dei fattori ESG nei nostri processi e nel nostro business non corrisponde a un automatico win-win per il pianeta, per le persone e per i profitti, anche se a questo dobbiamo fortemente ambire.

Esistono trade-off e paradossi tra i diversi e talvolta opposti interessi degli stakeholder, ci possono essere conflitti tra la stessa E, S e G dell’acronimo ESG e c’è una tensione - difficile da eludere - tra il tempo breve di un qualsiasi piano industriale o tornata elettorale l’orizzonte lungo necessario per generare impatto. Con questa complessità dobbiamo avere sempre a che fare, con rigore e pensiero sottile, nelle scelte strategiche e nei processi decisionali quotidiani, a livello di leadership ma anche nelle discussioni quotidiane.

Infine, innovazione. Sapersi porre le domande giuste, pensare fuori dagli schemi, avere una chiara e concreta idea dell’impatto che si vuole generare e misurarlo con opportuni KPI.

I 16 team in gara sono stati chiamati a generare delle idee attorno a quattro sfide, complesse e attuali. Tra le idee premiate c’è chi ha parlato di obiettivi di riduzioni delle emissioni (sfida 1, Cambiamento climatico, decarbonizzazione e transizione energetica), chi invece di benessere delle comunità vulnerabili e responsabilità sociale (sfida 2, Inclusione sociale e Terzo Settore), chi ha affrontato i bisogni latenti di vecchie e nuove generazioni (sfida 3, Invecchiamento e nuove generazioni) e, infine, chi ha sviluppato idee attorno all’ingaggio delle agenzie come riferimento delle comunità locali (sfida 4, Mindset sostenibile ed engagement).

Che cosa ci siamo portati a casa? Che la sostenibilità è business: possiamo fare sostenibilità reinterpretando prodotti, servizi, processi ed ecosistemi alla luce di nuove domande ed esigenze della clientela per tenere insieme valore economico, inclusione sociale e impatto ambientale.  Che la sostenibilità è trasversale: possiamo raggiungere i nostri obiettivi di «crescita sostenibile» solo mettendo in gioco competenze e visioni complementari e adottando una prospettiva sistemica, tenendo conto che l’innovazione sostenibile può fiorire in ogni parte dell’organizzazione se facilitata da un mindset orientato alla sostenibilità. Ci siamo portati a casa anche che la sostenibilità è un impegno concreto da parte di ciascuno: tutto parte dalle scelte e dai comportamenti individuali, dentro e fuori l’organizzazione: la generazione di impatto positivo per la società e l’ambiente riguarda anche la nostra quotidianità, a cominciare dai piccoli gesti. Infine, abbiamo avuto la conferma che la sostenibilità deve essere anche misurabile: misurare l’impatto è una condizione essenziale per monitorare nel tempo gli obiettivi prefissati e le nostre performance, economico-finanziarie e non. Infine, mi piace ricordare che per il gruppo di lavoro la progettazione dell’Hackathon si è dimostrata una “sfida nella sfida”, con la creazione di un evento sostenibile "by design": abbiamo reso tangibile il nostro impegno firmando una Carta degli Impegni, calcolando l'impronta carbonica con un ente terzo e dimostrando che una progettazione attenta può portare a risultati concreti. Dagli allestimenti ai gadget, dai mezzi con cui è stata raggiunta la location al cibo consumato: tutto è stato pensato per ridurre l’impatto ambientale, valorizzare esperienze di inclusione e dare una seconda vita alle cose secondo lo spirito dell’economia circolare.

Da qui partiremo per realizzare in futuro eventi sempre più sostenibili. Da qui la direzione del viaggio, lungo e complesso, della sostenibilità è sicuramente più chiara e condivisa.

Un Hackathon dedicato alla Sostenibilità

In questo spazio vorrei raccontarvi un’esperienza che abbiamo voluto insieme a tutto il top management team con l’obiettivo di fare un salto in avanti nella riflessione e nell’integrazione della sostenibilità nel business, nella nostra macchina operativa e nella nostra cultura aziendale: un Hackathon dedicato proprio alla Sostenibilità.

L’Hackathon Sostenibilità – che si è tenuto nell’ottobre 2023 presso la Tenuta di ca’ Corniani – Terra d’Avanguardia, un luogo unico di Gruppo Leone Alato, immerso in una natura ricca di biodiversità, circondato da arte e bellezza – è stata un’occasione per pensare fuori dagli schemi e ragionare in una logica di impatto sociale e ambientale.

Questa “maratona di idee” di due giorni, forte di una storia consolidata all’interno di Generali Country Italia su altri temi strategici quali la digitalizzazione, l’inclusione, la cultura del servizio al cliente, ha fatto leva sull’intelligenza collettiva, l’energia e l’entusiasmo di circa 130 colleghe e colleghe di tutte le società della Country, a cui si è aggiunto un nutrito gruppo di altri colleghi con ruolo di facilitatori nel design thinking e di subject matter expert.

Tre le parole che ci hanno guidato: futuro, complessità e innovazione.

Futuro. Quel futuro che vogliamo come “partner di vita” dei nostri clienti, di noi dipendenti e delle comunità quando diciamo che “vogliamo aiutare le persone a creare un futuro più sicuro e sostenibile prendendoci cura della loro vita e dei loro sogni”. Lo stesso futuro del Rapporto Brundtland (1987) che definisce lo “sviluppo sostenibile” come “quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future”.  Infine, un futuro che, se comparato alle sfide planetarie, ambientali e sociali, non è mai stato … così presente!

Complessità. L’integrazione dei fattori ESG nei nostri processi e nel nostro business non corrisponde a un automatico win-win per il pianeta, per le persone e per i profitti, anche se a questo dobbiamo fortemente ambire.

Esistono trade-off e paradossi tra i diversi e talvolta opposti interessi degli stakeholder, ci possono essere conflitti tra la stessa E, S e G dell’acronimo ESG e c’è una tensione - difficile da eludere - tra il tempo breve di un qualsiasi piano industriale o tornata elettorale l’orizzonte lungo necessario per generare impatto. Con questa complessità dobbiamo avere sempre a che fare, con rigore e pensiero sottile, nelle scelte strategiche e nei processi decisionali quotidiani, a livello di leadership ma anche nelle discussioni quotidiane.

Infine, innovazione. Sapersi porre le domande giuste, pensare fuori dagli schemi, avere una chiara e concreta idea dell’impatto che si vuole generare e misurarlo con opportuni KPI.

I 16 team in gara sono stati chiamati a generare delle idee attorno a quattro sfide, complesse e attuali. Tra le idee premiate c’è chi ha parlato di obiettivi di riduzioni delle emissioni (sfida 1, Cambiamento climatico, decarbonizzazione e transizione energetica), chi invece di benessere delle comunità vulnerabili e responsabilità sociale (sfida 2, Inclusione sociale e Terzo Settore), chi ha affrontato i bisogni latenti di vecchie e nuove generazioni (sfida 3, Invecchiamento e nuove generazioni) e, infine, chi ha sviluppato idee attorno all’ingaggio delle agenzie come riferimento delle comunità locali (sfida 4, Mindset sostenibile ed engagement).

Che cosa ci siamo portati a casa? Che la sostenibilità è business: possiamo fare sostenibilità reinterpretando prodotti, servizi, processi ed ecosistemi alla luce di nuove domande ed esigenze della clientela per tenere insieme valore economico, inclusione sociale e impatto ambientale.  Che la sostenibilità è trasversale: possiamo raggiungere i nostri obiettivi di «crescita sostenibile» solo mettendo in gioco competenze e visioni complementari e adottando una prospettiva sistemica, tenendo conto che l’innovazione sostenibile può fiorire in ogni parte dell’organizzazione se facilitata da un mindset orientato alla sostenibilità. Ci siamo portati a casa anche che la sostenibilità è un impegno concreto da parte di ciascuno: tutto parte dalle scelte e dai comportamenti individuali, dentro e fuori l’organizzazione: la generazione di impatto positivo per la società e l’ambiente riguarda anche la nostra quotidianità, a cominciare dai piccoli gesti. Infine, abbiamo avuto la conferma che la sostenibilità deve essere anche misurabile: misurare l’impatto è una condizione essenziale per monitorare nel tempo gli obiettivi prefissati e le nostre performance, economico-finanziarie e non. Infine, mi piace ricordare che per il gruppo di lavoro la progettazione dell’Hackathon si è dimostrata una “sfida nella sfida”, con la creazione di un evento sostenibile "by design": abbiamo reso tangibile il nostro impegno firmando una Carta degli Impegni, calcolando l'impronta carbonica con un ente terzo e dimostrando che una progettazione attenta può portare a risultati concreti. Dagli allestimenti ai gadget, dai mezzi con cui è stata raggiunta la location al cibo consumato: tutto è stato pensato per ridurre l’impatto ambientale, valorizzare esperienze di inclusione e dare una seconda vita alle cose secondo lo spirito dell’economia circolare.

Da qui partiremo per realizzare in futuro eventi sempre più sostenibili. Da qui la direzione del viaggio, lungo e complesso, della sostenibilità è sicuramente più chiara e condivisa.