Cybersecurity e la nuova strategia dell’UE per un mondo iper-connesso
Il crescente numero di utenti presenti in rete e il conseguente aumento dei crimini informatici obbligano i Paesi rinforzare la sicurezza informatica per tutelare istituzioni, aziende e persone
Il progresso verso la digitalizzazione sta ormai interessando la vita di miliardi di persone a livello globale, contribuendo ad un miglioramento e ad una maggiore efficienza dei servizi. L’incidenza di questo processo, che ha subito una forte spinta durante la pandemia, sta portando persone, aziende e istituzioni a immettere dati e informazioni sensibili all’interno della rete.
In base alle statistiche fornite da Internet World Stats, il totale delle persone a livello globale connesse a Internet ammontava il 31 marzo 2021 a 5,168 miliardi di cui: 2,75 miliardi in Asia, 736 milioni in Europa, 594 milioni in Africa 498 milioni in America Latina, 347 milioni in Nord America, 198 milioni in Medio Oriente 30 milioni in Oceania. Le previsioni di crescita per i prossimi anni, secondo elaborazioni di Cisco, vedono 6 miliardi di persone connesse a internet entro il 2022 e oltre 7,5 miliardi di utenti nel 2030. Con queste premesse la sicurezza informatica sta divenendo quindi un tema sempre più cruciale per aziende e istituzioni, dal settore bancario e assicurativo fino a quello energetico e della difesa.
Secondo un rapporto diffuso da Cybersecurity Ventures, le previsioni per l’anno in corso parlano di un costo dei crimini informatici a livello globale pari a 6.000 miliardi di dollari rispetto ai 3.000 miliardi di dollari del 2015, cifra che potrebbe raggiungere i 10.500 miliardi di dollari all’anno entro il 2050.
La cybersecurity è stato uno dei temi dibattuti nello storico incontro tra i presidenti di Stati Uniti e Russia, Joe Biden e Vladimir Putin, avvenuto il 16 giugno a Ginevra. L’importanza fondamentale del dossier è approdata anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che lo scorso 6 luglio a tenuto il primo incontro pubblico formale sul tema, affrontando la crescente minaccia di attacchi alle infrastrutture chiave dei Paesi.
In un mondo sempre più connesso e digitalizzato le azioni messe in campo dai vari Paesi per prevenire e proteggere istituzioni, aziende e persone vanno di pari passo con lo sviluppo della tecnologia. Con una penetrazione della rete rispettivamente dell’89,8 per cento, l’Unione europea è una delle realtà a livello globale maggiormente connessa, a fronte di una media mondiale del 57,8 per cento, ma quella in cui sono maggiormente cruciali le capacità di cybersecurity.
Nel dicembre 2020, la Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) hanno presentato una nuova strategia dell'Ue per la cybersecurity con l'obiettivo rafforzare la “resilienza dell'Europa” contro le minacce informatiche e garantire che tutti i cittadini e le imprese possano beneficiare appieno di servizi e strumenti digitali affidabili e affidabili.
Nell’ambito della strategia per la cybersecurity, lo scorso 21 giugno, la Commissione Ue ha presentato la Joint Cyber Unit il cui compito sarà quello di lavorare a livello operativo e tecnico per fornire il piano di risposta alle crisi e agli incidenti di cybersecurity dell'Ue che potrebbe iniziare a operare già dal 30 giugno 2022. La Joint Cyber Unit consentirà ai Paesi membri di avere accesso ad una rete di “mutuo” soccorso in caso di attacco a livello europeo anche con squadre di reazione rapida.