Guerra ai tumori
L’importanza di promuovere la collaborazione internazionale nella ricerca sul cancro
Anche se la battaglia contro il fumo è ormai diffusa in tutto il mondo, il tabagismo è davvero duro a morire. Di contro, il cancro del polmone è oggi ancora la principale causa di morte femminile per tumore in ben 28 Paesi. La sorpresa è inoltre che alcuni dei Paesi maggiormente colpiti sono quelli dove la guerra al tabagismo ha una lunga storia: gli Stati Uniti ad esempio o la Danimarca. Usa, Ungheria, Danimarca, Cina e Nuova Zelanda sono i Paesi dove questo tipo di malattia fa più stragi. Lo dice l’ultima stima sulla diffusione globale del cancro preparata dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), un settore specializzato dell'Organizzazione mondiale della sanità.
L'obiettivo della IARC è promuovere la collaborazione internazionale nella ricerca sul cancro. E’ un'Agenzia interdisciplinare che riunisce competenze in epidemiologia, scienze di laboratorio e biostatistica per identificare le cause del tumore in modo da poter adottare misure preventive e ridurre il carico di malattia e sofferenza associati. Una caratteristica significativa dell’Agenzia, spiegano allo IARC, è la sua competenza nel coordinare la ricerca tra Paesi e organizzazioni. E il suo ruolo indipendente come organizzazione internazionale facilita questa attività. IARC fornisce una sorta di istantanea regolare dell’incidenza dei tumori a livello globale ed esamina 36 diversi tipi di cancro in 185 paesi.
Dal bilancio 2018 emergono oltre 18 milioni di nuovi casi di cancro e 9,6 milioni di persone colpite mortalmente dalla malattia. I tumori polmonari, quelli al seno femminile e al colon sono i primi tre tipi di cancro in termini di incidenza e sono classificati tra i primi cinque in termini di mortalità (prima, quinta e seconda, rispettivamente). Insieme, questi tre tipi di tumore sono responsabili di un terzo dell'incidenza di mortalità per questa malattia a livello globale. Un uomo su cinque e una donna su sei svilupperanno la malattia nel corso della loro vita.
Se è bene allarmarsi, l’angoscia di ammalarsi di cancro non è certo la miglior via d’uscita: innanzi tutto l'aumento dei casi (erano 14,1 milioni con 8,2 milioni di morti nel 2012) è in parte dovuto alla crescita e all'invecchiamento della popolazione. In secondo luogo le diagnosi aumentano perché si estende la copertura sanitaria. Infine, avere coscienza del problema indica anche il modo in cui risolverlo. Lo stile di vita ad esempio: paradossalmente, mentre i Paesi diventano più ricchi e più prosperi, più persone si ammalano. Quel che prima era un problema legato alla povertà è in parte ora un problema legato al modo in cui consumiamo. Se il cancro al seno femminile e il cancro dell'intestino sono responsabili di un terzo di tutti i casi di cancro e decessi nel mondo, bisogna cominciare da qui. Soprattutto dall’uso del tabacco se, come spiegano i ricercatori, il cancro al polmone è oggi la principale causa di morte per cancro nelle donne in ben 28 Paesi.
George Butterworth, dell'ente benefico Cancer Research UK, spiega all’emittente britannica Bbc che "il tabacco è la principale ragione per cui un numero sempre maggiore di donne in tutto il mondo sta avendo il cancro ai polmoni come mai prima d'ora”. Nel Regno Unito, ad esempio, “il fumo tra le donne è diventato più diffuso rispetto a quanto non lo sia ora tra i maschi. Non sorprende quindi il fatto che stiamo assistendo in questi anni a un aumento dei tassi di tumore al polmone femminile”. Inoltre, secondo Butterworth, “le sigarette sono diventate sempre più popolari tra le donne nei Paesi a basso e medio reddito e il marketing aggressivo dell'industria del tabacco nei loro confronti ha una notevole influenza". Secondo i ricercatori di IARC, le stime evidenziano la necessità di continuare a mettere in atto politiche di controllo del tabacco mirate ed efficaci in tutti i Paesi del mondo. Ricchi o poveri.
Secondo le stime del rapporto, quasi la metà di tutti i casi e la maggior parte delle morti per cancro nel mondo quest'anno si verificherà in Asia, in parte a causa dell'elevato numero di persone che vivono nel continente (il 60% della popolazione mondiale) e in parte perché alcuni tumori con tassi di mortalità più elevati sono più comuni in questa regione. Questo include, ad esempio, alti tassi di cancro al fegato, molto comune in Cina. Esiste una "straordinaria diversità" nei tipi di cancro e nei modelli della malattia cosi che la prevenzione deve essere mirata allo stile di vita. "I dati raccolti – dice il direttore di IARC Christopher Wild – rendono evidente che resta ancora molto da fare per affrontare l'allarmante aumento del cancro a livello globale e che la prevenzione ha un ruolo chiave da svolgere. Le politiche di prevenzione e individuazione precoce devono quindi essere portate avanti con urgenza”.