L’anno verde

L’anno verde

Il 2015, l'anno più caldo da quando esistono i termometri – con una temperatura, nei primi 10 mesi, superiore di 0,86 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo –, sembra essere l'anno che ha risvegliato le coscienze dell'opinione pubblica sul tema dell'eco-sostenibilità.

 

Già nel 2011, il sociologo e politico inglese di fama mondiale Anthony Giddens – pensatore di riferimento di quella cosiddetta “terza via” tra socialdemocrazia e capitalismo liberale che ha fatto da sostrato ideologico a Tony Blaire e Bill Clinton – ha scritto un libro intitolato “La politica del cambiamento climatico”, in cui afferma la necessità di una pianificazione di policy di ampio respiro che consenta di ridurre drasticamente i gas serra nell’atmosfera.

 

«Il riscaldamento globale è un problema diverso dagli altri», afferma Giddens, «sia per la sua scala, sia perché riguarda principalmente il futuro (...) Il paradosso è che, non essendo i pericoli prodotti dal riscaldamento globale tangibili, immediati e visibili nel corso della vita quotidiana, molti se ne stanno con le mani in mano e non fanno niente di concreto per evitarli. Se però si aspetta che i pericoli divengano macroscopici e gravi (…) prima di essere indotti a un’azione seria, c'è da temere che a quel punto sarà già troppo tardi».

L’anno verde

Curiosamente il testo in questione è uscito in Italia solo nel 2015, quasi in contemporanea con l'annuncio, da parte di Barack Obama, del Clean Power Plan. Il piano del presidente statunitense è molto ambizioso: mira a ridurre le emissioni di diossido di carbonio del 32% entro il 2030, ridurre la bolletta energetica di circa 155 miliardi di dollari nel decennio 2020-2030 e creare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro grazie agli investimenti sulle energie rinnovabili e sulle loro infrastrutture.

 

Un piano, questo, che segue a ruota quello di Hillary Clinton – con ogni probabilità candidata dei democratici alle presidenziali del 2016 – che prevede una profonda “de-carbonizzazione” degli Usa. In particolare saranno installati nel paese circa 500 milioni di pannelli solari, in grado di produrre, assieme, l'energia di 140 reattori nucleari.

 

Inoltre il 2015, oltre a essere l’anno dell’esposizione universale a Milano dal titolo eloquente “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è anche l'anno dell’enciclica papale Laudato Si’, in cui si afferma che il cambiamento climatico è un «peccato contro la creazione» e nella quale Papa Francesco, prendendo di petto la questione, si scaglia contro i crediti d'emissione del protocollo di Kyoto, auspicando un «cambiamento radicale all'altezza delle circostanze».

 

Non bisogna poi dimenticare la conferenza COP21 (30 novembre-11 dicembre 2015), il cui scopo è condurre a un accordo internazionale sul clima che limiti il riscaldamento globale sotto i 2 ° C, sulle basi del lavoro condotto dalla COP20 a Lima.


Secondo Giddens, inoltre, è proprio l’Europa a essere fondamentale in materia di eco-sostenibilità. Egli individua infatti nell'Unione Europea l'unica entità sovranazionale in cui sia oggi possibile la stipula di accordi multilaterali tra Stati per contrastare fattivamente il cambiamento climatico. E in effetti l'Europa, ancora oggi, è il contesto delle politiche più ambiziose per ridurre l'impatto del cambiamento climatico. C’è da augurarsi quindi che alla presa di coscienza segua un’azione forte e unitaria e che il 2015 possa essere ricordato come l’anno in cui si è iniziato seriamente a lavorare per salvaguardare il nostro futuro.

L’anno verde