Inquinamento atmosferico e malattie neurologiche
Approfondimento climate change e salute – Generali
In stretta collaborazione con un gruppo di esperti, Generali, partner ufficiale di COP21, sottolinea i legami esistenti tra il clima e la salute in occasione del summit di Parigi.
“Come compagnia assicurativa, il Gruppo Generali è interessato per vari motivi al cambiamento climatico (cicloni, bufere, precipitazioni, siccità, ondate di caldo, ecc.) e agli impatti che esso produce su di noi e sui nostri clienti e si preoccupa di capire in che modo questi nuovi rischi debbano essere presi in considerazione. I danni continueranno a crescere e gli impatti sulla salute potrebbero essere considerevoli. Tuttavia abbiamo a disposizione forti leve per sostenere politiche di attenuazione e adattamento al cambiamento climatico, sia orientando le nostre politiche di gestione delle risorse sia incoraggiando i nostri clienti a tenere un comportamento più responsabile. Ecco il motivo del nostro impegno in veste di partner ufficiale di COP21” spiega Hélène N’Diaye, Technical Risks Director, Generali France.
INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Di Jean-Baptiste Renard, Direttore di ricerca presso il CNRS (National Centre for Scientific Research)
L'inquinamento si verifica con il rilascio nell'aria di gas come ozono e ossido di azoto e di polveri sottili.
Tali particelle possono essere prodotte direttamente da attività industriali e traffico, ma possono anche formarsi come risultato di gas inquinanti. Tra tutte queste particelle, le più pericolose per la salute sono quelle del carbonio, le cui dimensioni variano da pochi nanometri ad alcuni micrometri. Oltre a causare inquinamento, queste particelle svolgono un ruolo anche nel cambiamento climatico.
La riduzione dei rifiuti industriali, e quindi delle emissioni di CO2, dovrebbe consentire una riduzione delle concentrazioni di polveri sottili nell'aria. Di fatto è anche possibile ridurre le emissioni di CO2 durante la combustione di idrocarburi aumentando il tasso delle polveri sottili emesse.
Pertanto è essenziale coniugare la ricerca in materia d'inquinamento con quella relativa al clima e sviluppare nuovi sistemi di monitoraggio che misurino la concentrazione delle polveri sottili di carbonio nell'atmosfera.
Alcuni dati fondamentali: A Parigi l'inquinamento da polveri sottili nel 2015 ha finora superato la soglia di informazione (50 microgrammi per m³) per circa dieci giorni. A Pechino, il valore medio è di oltre 100 microgrammi per m³ con punte massime di 1 milligrammo per m³!
IMPATTO SULLE MALATTIE NEUROPATOLOGICHE?
Tre domande al Pr. Boller, Professore di Neurologia presso la George Washington University Medical School di Washington DC
Quali sono gli effetti di questo inquinamento dell'aria sulle malattie del sistema nervoso centrale e sulle neuropatologie?
È possibile notare che esiste un'evidenza crescente del ruolo svolto in tali malattie dagli inquinanti atmosferici. Le forme di demenza (Alzheimer, disturbi vascolari, ecc.) e il deterioramento delle funzioni cognitive negli anziani, che rappresentano un costo per la società certamente non trascurabile, possono essere posti in correlazione con tali inquinanti.
Questa correlazione è evidenziata in due recenti studi di ricerca scientifica.
Cosa emerge da tali studi di ricerca?
Il primo, condotto a Umeå in Svezia da Anna Oudin et al. mostra un'innegabile correlazione tra l'esposizione all'inquinamento atmosferico e la frequenza della demenza.
La ricerca si è basata su un profilo sanitario (campioni di sangue, pressione sanguigna, valutazioni sensoriali etc.) e su una valutazione cognitiva dei partecipanti (con un'ampia gamma di processi cognitivi e sistemi di memoria), seguiti per un periodo di 15 anni.
Esito: è stato riscontrato che 302 dei 1.806 partecipanti erano affetti da Alzheimer o da malattia vascolare.
E’ evidente che la proporzione di pazienti [affetti da tali malattie] aumenta proporzionalmente alla concentrazione nell'aria di ossido di azoto, uno dei principali inquinanti atmosferici.
Il secondo, condotto negli USA da Melinda C. Power et al., ha analizzato l'impatto delle concentrazioni di nerofumo (legato al traffico, come per le polveri sottili) sulle funzioni cognitive. La ricerca si è basata sull'analisi di 680 uomini che avevano effettuato in modo regolare una batteria di 7 test cognitivi per un periodo di 11 anni, con valutazione di una serie di aree cognitive: attenzione, memoria, funzioni esecutive, linguaggio, capacità visivo-motorie, ecc.
Esito: l'esposizione al nerofumo è associata in misura significativa con il rischio di punteggi deboli nei test cognitivi.
Come si può spiegare questo fenomeno?
Gli effetti nocivi dell'inquinamento atmosferico legato al traffico sulle funzioni cognitive possono essere spiegati da due meccanismi biologici:
- Le polveri sottili sono di dimensioni talmente minime da essere in grado di attraversare la barriera emato-encefalica e causare la traslocazione nel cervello, provocando infiammazione dei neuroni e stress ossidativo.
- Inoltre le polveri sottili correlate al traffico esercitano effetti indiretti sulle funzioni cognitive attraverso le conseguenze a danno della salute cardiovascolare (poiché aumentano il rischio di malattie cardio-vascolari).