Proteggere il futuro

In partnership con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, Generali si pone l’obiettivo di rafforzare la protezione finanziaria delle comunità più vulnerabili, promuovendo una sempre più ampia collaborazione tra pubblico e privato

Redazione
Tempo di lettura: 3'15"
Credit: NATHAN CIMA / UNSPLASH


Il mondo di oggi è caratterizza­to da una crescente incertez­za. I progressi disomogenei in termini di sviluppo, l’intensi­ficarsi delle disuguaglianze, la crescente polarizzazione politica e i rischi legati al cambiamento climatico ne sono le principa­li cause. In questo contesto, l’interdipendenza globale si sta riconfigurando e la definizione di un percorso in cui il multilateralismo svolge un ruolo centrale è della massima importanza.

Questo è l’obiettivo dell’ultimo Report sullo Sviluppo Umano “Breaking the Gridlock: Rei­magining cooperation in a polarized world”, presentato il 18 marzo a Venezia presso le Pro­curatie Vecchie - sede della fondazione The Hu­man Safety Net di Generali. Il lancio è avvenuto nell’ambito della partnership pluriennale tra Generali e l’Insurance and Risk Finance Facili­ty dell’UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, volto a ridurre il divario di protezione per le comunità vulnerabili in tutto il mondo attraverso l’accesso a innovative solu­zioni assicurative e di finanziamento del rischio.

Fermi al bivio

Il Report sullo Sviluppo Umano 2023/2024 evi­denzia che la ripresa dell’Indice di Sviluppo Umano (ISU) globale - che riflette il Reddito Na­zionale Lordo (RNL) pro capite, l’istruzione e l’aspettativa di vita di un Paese - è stata parziale, incompleta e iniqua, con un aumento del diva­rio tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri dal 2020. Nonostante si preveda che possa raggiun­gere un nuovo picco, il valore globale dell’ISU sarebbe ancora inferiore al trend, se confronta­to con i valori precedenti al 2019.

Il dato globale nasconde anche un’allarman­te divergenza tra i vari Paesi: si prevede che tutti i Paesi OCSE si saranno ripresi, mentre solo circa la metà dei Paesi meno sviluppati sarà in grado di farlo. Dopo 20 anni di pro­gressi costanti, la disuguaglianza tra i Paesi che si collocano agli estremi superiori e infe­riori dell’ISU ha invertito la rotta, aumentando ogni anno dal 2020. Se il valore globale dell’I­SU continuerà ad abbassarsi rispetto al trend precedente al 2019, come ha fatto dal 2020, le perdite saranno permanenti.

Nel frattempo, l’intervento collettivo inter­nazionale finalizzato ad affrontare le sfide co­muni, come l’aumento delle disuguaglianze, i cambiamenti climatici, la pace e la sicurezza, è ostacolato dalla polarizzazione politica, dalla sfiducia e da un senso di impotenza. Ciò alimen­ta un ripiegamento all’interno degli approcci politici, in netto contrasto con la cooperazione globale necessaria per affrontare questioni ur­genti come la decarbonizzazione delle econo­mie, l’uso improprio delle tecnologie digitali e i conflitti.

Basti pensare che, mentre 9 persone su 10 mostrano un sostegno incondizionato all’idea­le della democrazia, è aumentato il numero di coloro che sostengono leader che potrebbero minarla: oggi, per la prima volta, più della metà della popolazione globale sostiene tali leader. La polarizzazione politica sta quindi contami­nando praticamente tutto ciò con cui entra in contatto, ostacolando la cooperazione interna­zionale al pari delle percezioni distorte riguar­do alle preferenze e alle motivazioni degli altri.

Troppo spesso, infatti, gli individui formula­no ipotesi distorte sugli altri, compresi quelli che hanno visioni politiche opposte, mentre in realtà sono più d’accordo tra loro di quanto pensino. Ad esempio, mentre il 69% delle per­sone in tutto il mondo dichiara di essere dispo­sto a sacrificare parte del proprio reddito per contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico, solo il 43% ritiene che gli altri siano dello stesso parere (un divario di 26 punti per­centuali). Il risultato è una distorta realtà socia­le caratterizzata da ignoranza diffusa, in cui le convinzioni errate sugli altri ostacolano la coo­perazione che, se opportunamente riconosciu­ta e integrata, potrebbe contribuire a sviluppa­re un’azione collettiva sul clima.

In sintesi, ci troviamo a un bivio sfortunato: caratterizzato da insicurezza, disuguaglianze e narrazioni deresponsabilizzanti che generano fatalismo difensivo e inerzia catastrofica - il tut­to circoscritto e, in un certo senso, alimentato da una vertiginosa polarizzazione politica.

Esiste, però, una via d’uscita: consiste, da un lato, nel contrastare la polarizzazione politica fornendo servizi pubblici a livello globale e rafforzando la possibilità di far sentire la propria voce nella discussione e nella lotta alla disinformazione; dall’altro, nel promuovere la cooperazione internazionale, una maggiore equità nello sfruttamento delle nuove tecnologie per uno sviluppo umano paritario e nuovi e più ampi meccanismi finanziari a sostegno dello sviluppo.

PIANETA SOTTO PRESSIONE

Frequenza e tipologia di eventi estremi in Europa


La frequenza di eventi catastrofici è aumentata e, in Europa, Grecia e Italia, si contendono un primato poco ambito.
Fermi al bivio

Collaborazioni strategiche per comunità resilienti

Un ruolo particolarmente importante in questa direzione può essere svolto dalla collaborazione tra pubblico e privato: queste alleanze strategi­che consentono agli investitori e ai fornitori di servizi di investimento di preparare un terreno fertile per soluzioni d’investimento innovative, di identificare i fattori che favoriscono le politi­che e di sollecitare i cambiamenti necessari. Dal momento che la protezione finanziaria, lo svilup­po delle imprese e i diritti umani vanno di pari passo, le istituzioni pubbliche e private possono contribuire in modo significativo all’elaborazione di soluzioni globali per le questioni socio-econo­miche e climatiche più urgenti del nostro tempo.

Questo vale anche per il settore assicurativo: mentre il settore assicurativo privato può fornire una vasta esperienza nella valutazione tempe­stiva delle perdite e nei rimborsi, nonché nella gestione del rischio e nelle soluzioni di mitiga­zione, le autorità pubbliche possono rafforzare il quadro giuridico e agire come assicuratore di ultima istanza. Ecco perché è così importante sviluppare soluzioni assicurative e di finanzia­mento del rischio che possano essere accessi­bili alle persone che ne hanno più bisogno, ed è proprio questo il fulcro della partnership tra Generali e UNDP orientata a incrementare la resilienza delle comunità e delle imprese locali.

L’assicurazione può infatti fornire una leva di stabilizzazione essenziale di fronte all’incertezza e può contribuire a ridurre il divario di protezio­ne delle comunità vulnerabili in tutto il mondo, puntando sull’innovazione e sulla modernizza­zione dei servizi, sulla crescita sicura delle impre­se e sulla capacità delle persone di affrontare in modo più efficace l’attuale contesto di instabilità.

Ecco perché “Proteggere il futuro” - che sin­tetizza l’obiettivo condiviso da Generali e UNDP - significa offrire un percorso trasformativo per lo sviluppo umano, facendo leva sulla comprensione del rischio offerta dagli assicuratori per aiutare organizzazioni e Paesi a mitigare e adattarsi, pro­teggendo così una quota maggiore dell’economia globale e producendo società più forti e resilienti.

A tale scopo, proteggere il futuro significa anche sostenere un settore che rappresenta un motore fondamentale di crescita, sviluppo e innovazione: quello delle piccole e medie imprese (PMI).

Piccole imprese con un grande impatto

Piccole imprese con un grande impatto

L'evento organizzato da Generali e UNDP a Kuala Lumpur, Malesia, dedicato a promuovere la resilienza delle piccole e medie imprese in Asia.


Dal lancio della loro partnership nel 2022, Ge­nerali e UNDP hanno lavorato per favorire la re­silienza delle PMI e delle comunità vulnerabili ai rischi climatici e di altra natura attraverso la ricerca, l’advocacy e l’innovazione, con partico­lare attenzione al Sud-Est asiatico.

In Asia come nell’UE - dove le PMI costitui­scono oltre il 99% delle imprese e rappresen­tano complessivamente più della metà del PIL europeo - le piccole e medie imprese sono la base dell’economia dei singoli Paesi. Se consi­deriamo anche le microimprese, nella regione ASEAN le PMI rappresentano il 97% di tutte le imprese, l’85% della forza lavoro, il 45% del PIL e il 10-30% delle esportazioni1. Si può quindi affermare che proteggere e sostenere le PMI si­gnifica contribuire alla stabilità economica e al benessere della regione.

Queste imprese si confermano infatti le più vulnerabili agli shock, siano essi dovuti a cata­strofi naturali aggravate dai cambiamenti clima­tici, a tensioni geopolitiche o ad altre interruzio­ni del ciclo produttivo o logistico - e meno del 5% dispone di una qualche forma di assicurazio­ne, fattore che le rende particolarmente espo­ste al rischio. Da qui l’importanza di promuove­re una cultura della sostenibilità tra le PMI e di garantirne la resilienza finanziaria: sono questi gli obiettivi al centro dell’iniziativa SME Enter­PRIZE di Generali, volta a sostenere le PMI nella transizione verso modelli di business sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale.

Sulla base dell’impegno portato avanti negli ultimi anni con migliaia di PMI di tutta Europa, il progetto SME EnterPRIZE si è esteso in Asia con l’evento organizzato a Kuala Lumpur da Ge­nerali e UNDP per presentare soluzioni concrete su come aumentare la resilienza delle PMI con­tro il cambiamento climatico e altri rischi. Uno di questi strumenti è il “SME Loss Prevention Framework2, una piattaforma digitale volta ad aumentare la preparazione e la consapevolezza delle PMI nei confronti dei rischi che corrono le comunità vulnerabili, a partire dal rischio di inondazioni in Malesia.

Nell’ambito della partnership Generali-UNDP e dell’esplorazione di alternative innovative per ridurre il divario di protezione, è stato pubblica­to anche il rapporto congiunto “L’assicurazione parametrica a supporto della resilienza finan­ziaria3. A differenza dell’assicurazione tradi­zionale, che richiede il verificarsi di un danno, le soluzioni parametriche offrono rimborsi pre­stabiliti in base a un evento scatenante, come i rischi naturali (raffiche di vento, piogge troppo abbondanti o troppo scarse, intensità dei ter­remoti), le irregolarità nell’agricoltura o nella produzione di energia rinnovabile e altro anco­ra. In quanto soluzione che offre meccanismi di trasferimento del rischio efficienti ed economici e protezione dalle catastrofi naturali, l’assicura­zione parametrica fornisce una soluzione ex-an­te che può ridurre l’onere finanziario legato ai cambiamenti climatici, demografici ed econo­mici, portando a una maggiore resilienza per i governi, le istituzioni finanziarie, le imprese e le famiglie e favorendo la produttività e gli in­vestimenti.

Guardare al futuro

Con i Paesi in via di sviluppo che si trovano ad affrontare una significativa carenza di capitali necessari a costruire la resilienza e a sostenere una transizione a basse emissioni di carbonio nelle loro economie, le soluzioni assicurative innovative e i partenariati pubblico-privati sono strumenti importanti per mobilitare maggiori capitali privati all’interno di questi mercati e soddisfare le esigenze delle popolazioni vulne­rabili al rischio climatico.

Perché l’insicurezza globale richiede un ap­proccio collettivo e una prospettiva a lungo ter­mine: le sfide legate al cambiamento climatico, alla polarizzazione politica e al progresso tec­nologico sono interconnesse e necessitano di risposte coordinate. In quanto leader nel setto­re assicurativo e dell’asset management, che ha pienamente integrato la sostenibilità in tutte le scelte strategiche, Generali può contribuire in diversi modi; ma solo attraverso la cooperazio­ne e la creazione di istituzioni più centrate sulle persone, compartecipate e orientate al futuro, saremo in grado di affrontare l’insicurezza e co­struire un futuro più sicuro e sostenibile.