Proteggere il futuro
In partnership con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, Generali si pone l’obiettivo di rafforzare la protezione finanziaria delle comunità più vulnerabili, promuovendo una sempre più ampia collaborazione tra pubblico e privato
Il mondo di oggi è caratterizzato da una crescente incertezza. I progressi disomogenei in termini di sviluppo, l’intensificarsi delle disuguaglianze, la crescente polarizzazione politica e i rischi legati al cambiamento climatico ne sono le principali cause. In questo contesto, l’interdipendenza globale si sta riconfigurando e la definizione di un percorso in cui il multilateralismo svolge un ruolo centrale è della massima importanza.
Questo è l’obiettivo dell’ultimo Report sullo Sviluppo Umano “Breaking the Gridlock: Reimagining cooperation in a polarized world”, presentato il 18 marzo a Venezia presso le Procuratie Vecchie - sede della fondazione The Human Safety Net di Generali. Il lancio è avvenuto nell’ambito della partnership pluriennale tra Generali e l’Insurance and Risk Finance Facility dell’UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, volto a ridurre il divario di protezione per le comunità vulnerabili in tutto il mondo attraverso l’accesso a innovative soluzioni assicurative e di finanziamento del rischio.
Fermi al bivio
Il Report sullo Sviluppo Umano 2023/2024 evidenzia che la ripresa dell’Indice di Sviluppo Umano (ISU) globale - che riflette il Reddito Nazionale Lordo (RNL) pro capite, l’istruzione e l’aspettativa di vita di un Paese - è stata parziale, incompleta e iniqua, con un aumento del divario tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri dal 2020. Nonostante si preveda che possa raggiungere un nuovo picco, il valore globale dell’ISU sarebbe ancora inferiore al trend, se confrontato con i valori precedenti al 2019.
Il dato globale nasconde anche un’allarmante divergenza tra i vari Paesi: si prevede che tutti i Paesi OCSE si saranno ripresi, mentre solo circa la metà dei Paesi meno sviluppati sarà in grado di farlo. Dopo 20 anni di progressi costanti, la disuguaglianza tra i Paesi che si collocano agli estremi superiori e inferiori dell’ISU ha invertito la rotta, aumentando ogni anno dal 2020. Se il valore globale dell’ISU continuerà ad abbassarsi rispetto al trend precedente al 2019, come ha fatto dal 2020, le perdite saranno permanenti.
Nel frattempo, l’intervento collettivo internazionale finalizzato ad affrontare le sfide comuni, come l’aumento delle disuguaglianze, i cambiamenti climatici, la pace e la sicurezza, è ostacolato dalla polarizzazione politica, dalla sfiducia e da un senso di impotenza. Ciò alimenta un ripiegamento all’interno degli approcci politici, in netto contrasto con la cooperazione globale necessaria per affrontare questioni urgenti come la decarbonizzazione delle economie, l’uso improprio delle tecnologie digitali e i conflitti.
Basti pensare che, mentre 9 persone su 10 mostrano un sostegno incondizionato all’ideale della democrazia, è aumentato il numero di coloro che sostengono leader che potrebbero minarla: oggi, per la prima volta, più della metà della popolazione globale sostiene tali leader. La polarizzazione politica sta quindi contaminando praticamente tutto ciò con cui entra in contatto, ostacolando la cooperazione internazionale al pari delle percezioni distorte riguardo alle preferenze e alle motivazioni degli altri.
Troppo spesso, infatti, gli individui formulano ipotesi distorte sugli altri, compresi quelli che hanno visioni politiche opposte, mentre in realtà sono più d’accordo tra loro di quanto pensino. Ad esempio, mentre il 69% delle persone in tutto il mondo dichiara di essere disposto a sacrificare parte del proprio reddito per contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico, solo il 43% ritiene che gli altri siano dello stesso parere (un divario di 26 punti percentuali). Il risultato è una distorta realtà sociale caratterizzata da ignoranza diffusa, in cui le convinzioni errate sugli altri ostacolano la cooperazione che, se opportunamente riconosciuta e integrata, potrebbe contribuire a sviluppare un’azione collettiva sul clima.
In sintesi, ci troviamo a un bivio sfortunato: caratterizzato da insicurezza, disuguaglianze e narrazioni deresponsabilizzanti che generano fatalismo difensivo e inerzia catastrofica - il tutto circoscritto e, in un certo senso, alimentato da una vertiginosa polarizzazione politica.
Esiste, però, una via d’uscita: consiste, da un lato, nel contrastare la polarizzazione politica fornendo servizi pubblici a livello globale e rafforzando la possibilità di far sentire la propria voce nella discussione e nella lotta alla disinformazione; dall’altro, nel promuovere la cooperazione internazionale, una maggiore equità nello sfruttamento delle nuove tecnologie per uno sviluppo umano paritario e nuovi e più ampi meccanismi finanziari a sostegno dello sviluppo.
PIANETA SOTTO PRESSIONE
Frequenza e tipologia di eventi estremi in Europa
La frequenza di eventi catastrofici è aumentata e, in Europa, Grecia e Italia, si contendono un primato poco ambito.
Collaborazioni strategiche per comunità resilienti
Un ruolo particolarmente importante in questa direzione può essere svolto dalla collaborazione tra pubblico e privato: queste alleanze strategiche consentono agli investitori e ai fornitori di servizi di investimento di preparare un terreno fertile per soluzioni d’investimento innovative, di identificare i fattori che favoriscono le politiche e di sollecitare i cambiamenti necessari. Dal momento che la protezione finanziaria, lo sviluppo delle imprese e i diritti umani vanno di pari passo, le istituzioni pubbliche e private possono contribuire in modo significativo all’elaborazione di soluzioni globali per le questioni socio-economiche e climatiche più urgenti del nostro tempo.
Questo vale anche per il settore assicurativo: mentre il settore assicurativo privato può fornire una vasta esperienza nella valutazione tempestiva delle perdite e nei rimborsi, nonché nella gestione del rischio e nelle soluzioni di mitigazione, le autorità pubbliche possono rafforzare il quadro giuridico e agire come assicuratore di ultima istanza. Ecco perché è così importante sviluppare soluzioni assicurative e di finanziamento del rischio che possano essere accessibili alle persone che ne hanno più bisogno, ed è proprio questo il fulcro della partnership tra Generali e UNDP orientata a incrementare la resilienza delle comunità e delle imprese locali.
L’assicurazione può infatti fornire una leva di stabilizzazione essenziale di fronte all’incertezza e può contribuire a ridurre il divario di protezione delle comunità vulnerabili in tutto il mondo, puntando sull’innovazione e sulla modernizzazione dei servizi, sulla crescita sicura delle imprese e sulla capacità delle persone di affrontare in modo più efficace l’attuale contesto di instabilità.
Ecco perché “Proteggere il futuro” - che sintetizza l’obiettivo condiviso da Generali e UNDP - significa offrire un percorso trasformativo per lo sviluppo umano, facendo leva sulla comprensione del rischio offerta dagli assicuratori per aiutare organizzazioni e Paesi a mitigare e adattarsi, proteggendo così una quota maggiore dell’economia globale e producendo società più forti e resilienti.
A tale scopo, proteggere il futuro significa anche sostenere un settore che rappresenta un motore fondamentale di crescita, sviluppo e innovazione: quello delle piccole e medie imprese (PMI).
Piccole imprese con un grande impatto
L'evento organizzato da Generali e UNDP a Kuala Lumpur, Malesia, dedicato a promuovere la resilienza delle piccole e medie imprese in Asia.
Dal lancio della loro partnership nel 2022, Generali e UNDP hanno lavorato per favorire la resilienza delle PMI e delle comunità vulnerabili ai rischi climatici e di altra natura attraverso la ricerca, l’advocacy e l’innovazione, con particolare attenzione al Sud-Est asiatico.
In Asia come nell’UE - dove le PMI costituiscono oltre il 99% delle imprese e rappresentano complessivamente più della metà del PIL europeo - le piccole e medie imprese sono la base dell’economia dei singoli Paesi. Se consideriamo anche le microimprese, nella regione ASEAN le PMI rappresentano il 97% di tutte le imprese, l’85% della forza lavoro, il 45% del PIL e il 10-30% delle esportazioni1. Si può quindi affermare che proteggere e sostenere le PMI significa contribuire alla stabilità economica e al benessere della regione.
Queste imprese si confermano infatti le più vulnerabili agli shock, siano essi dovuti a catastrofi naturali aggravate dai cambiamenti climatici, a tensioni geopolitiche o ad altre interruzioni del ciclo produttivo o logistico - e meno del 5% dispone di una qualche forma di assicurazione, fattore che le rende particolarmente esposte al rischio. Da qui l’importanza di promuovere una cultura della sostenibilità tra le PMI e di garantirne la resilienza finanziaria: sono questi gli obiettivi al centro dell’iniziativa SME EnterPRIZE di Generali, volta a sostenere le PMI nella transizione verso modelli di business sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale.
Sulla base dell’impegno portato avanti negli ultimi anni con migliaia di PMI di tutta Europa, il progetto SME EnterPRIZE si è esteso in Asia con l’evento organizzato a Kuala Lumpur da Generali e UNDP per presentare soluzioni concrete su come aumentare la resilienza delle PMI contro il cambiamento climatico e altri rischi. Uno di questi strumenti è il “SME Loss Prevention Framework”2, una piattaforma digitale volta ad aumentare la preparazione e la consapevolezza delle PMI nei confronti dei rischi che corrono le comunità vulnerabili, a partire dal rischio di inondazioni in Malesia.
Nell’ambito della partnership Generali-UNDP e dell’esplorazione di alternative innovative per ridurre il divario di protezione, è stato pubblicato anche il rapporto congiunto “L’assicurazione parametrica a supporto della resilienza finanziaria”3. A differenza dell’assicurazione tradizionale, che richiede il verificarsi di un danno, le soluzioni parametriche offrono rimborsi prestabiliti in base a un evento scatenante, come i rischi naturali (raffiche di vento, piogge troppo abbondanti o troppo scarse, intensità dei terremoti), le irregolarità nell’agricoltura o nella produzione di energia rinnovabile e altro ancora. In quanto soluzione che offre meccanismi di trasferimento del rischio efficienti ed economici e protezione dalle catastrofi naturali, l’assicurazione parametrica fornisce una soluzione ex-ante che può ridurre l’onere finanziario legato ai cambiamenti climatici, demografici ed economici, portando a una maggiore resilienza per i governi, le istituzioni finanziarie, le imprese e le famiglie e favorendo la produttività e gli investimenti.
Guardare al futuro
Con i Paesi in via di sviluppo che si trovano ad affrontare una significativa carenza di capitali necessari a costruire la resilienza e a sostenere una transizione a basse emissioni di carbonio nelle loro economie, le soluzioni assicurative innovative e i partenariati pubblico-privati sono strumenti importanti per mobilitare maggiori capitali privati all’interno di questi mercati e soddisfare le esigenze delle popolazioni vulnerabili al rischio climatico.
Perché l’insicurezza globale richiede un approccio collettivo e una prospettiva a lungo termine: le sfide legate al cambiamento climatico, alla polarizzazione politica e al progresso tecnologico sono interconnesse e necessitano di risposte coordinate. In quanto leader nel settore assicurativo e dell’asset management, che ha pienamente integrato la sostenibilità in tutte le scelte strategiche, Generali può contribuire in diversi modi; ma solo attraverso la cooperazione e la creazione di istituzioni più centrate sulle persone, compartecipate e orientate al futuro, saremo in grado di affrontare l’insicurezza e costruire un futuro più sicuro e sostenibile.