Fenice 190
Durante i lunghi mesi di lockdown causati dalla pandemia, in tutto il mondo uno degli inaspettati effetti collaterali positivi è stata la diminuzione della nostra carbon footprint sul pianeta.
“La natura si è ripresa i suoi spazi” è stata una frase ricorrente negli ultimi mesi.
D’altro canto però il danno economico è stato così devastante da causare danni simili solo a un periodo post bellico: le stime del Fondo Monetario Internazionale hanno registrato nel 2020 un calo del PIL globale del 3,3%.
Nel febbraio 2021, Generali ha presentato Fenice 190, un piano di investimenti da 3,5 miliardi di euro, inclusi 1,05 miliardi di euro effettuati nel 2020, per sostenere il rilancio delle economie europee colpite dal Covid-19, a cominciare da Italia, Francia e Germania.
La fenice è un uccello sacro di cui possiamo trovare tracce un po’ ovunque nel mondo. Secondo le leggende tramandate dai Greci, poteva vivere 500 anni.
La Fenice è per noi un simbolo di rinascita e resurrezione. La leggenda narra che prima di morire costruiva un nido di mirra, incenso e cannella sulla cima di un’altissima pianta, offrendosi così ai raggi incendiari del sole di cui, secondo una leggenda egizia, era l’anima in terra, fino ad essere consumata dalle fiamme. Dalle sue ceneri spuntava allora un uovo, che nell’arco di tre giorni, dava nascita alla fenice risorta.
Fenice 190 supporta numerosi progetti di ripartenza e di rinascita economica e non solo.
Tra tutti ve ne voglio raccontare uno: Treedom.
Treedom ha sviluppato un progetto mirato alla riforestazione del pianeta. Attraverso una app è possibile piantare e prendersi cura di un albero e seguirne la crescita. “Adottando” un albero si può contribuire così alla riduzione dei livelli di CO2 e alla lotta ai cambiamenti climatici.
Federico Garcea, il suo fondatore, ci ha raccontato che Treedom è nata per amore ma anche per gioco. Rendendosi conto della quantità di denaro che le persone erano disposte a spendere per la creazione di mondi virtuali nei videogame, ha immaginato di incanalare questo interesse in un progetto reale che avesse benefici concreti per l’ambiente e il pianeta. Federico pensò infatti: “se c’è gente disposta a spendere soldi per piantare degli alberi virtuali, ci deve essere per forza qualcuno disposto a investire del denaro per piantare degli alberi reali.”
Oggi la sua società ha oltre 80 dipendenti, una squadra di agronomi che gira il mondo per trovare l’habitat e le specie compatibili, con particolare attenzione a quelle aree del mondo che più hanno subito la deforestazione. Oltre 100.000 agricoltori si occupano di piantare gli alberi acquistati on line.
Si può scegliere tra un baobab da piantare in Kenia o un albero del cacao ad Haiti, tra un limone in Tanzania o una tefrosia in Madagascar.
La collaborazione tra Generali e Treedom è uno dei tanti esempi di come un fondo di investimenti può contribuire a un progetto sostenibile e aumentare il suo impatto sulla comunità. Treedom lavora perché la natura possa “riprendersi i suoi spazi” e grazie a Fenice 190 potrà farlo sempre meglio.
Non sappiamo su quale albero la Fenice poggiasse il suo nido in attesa di ardere e rinascere, ma ci piace pensare che sia un albero piantato così, con il contributo di Generali.