L'onda d'urto del coronavirus travolge il comparto petrolifero
Di Vincent Chaigneau, Head of Research, Generali Investments
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AGGIORNAMENTO SUL CORONAVIRUS
Il ritmo dei contagi da coronavirus sta rallentando in modo asintotico. Ma in termini assoluti, [il numero di nuovi casi giornalieri si è solo stabilizzato intorno agli 80.000 su scala globale. Ed è ancora troppo alto per poterci rilassare.] Sono emersi focolai in Africa, in America centrale e meridionale e nell'Est europeo. La ricaduta di Singapore è un forte segnale ai governi occidentali.
Iniziamo a intravedere la luce alla fine del tunnel, ma è davvero molto flebile. Il ritorno alla normale vita sociale ed economica è ancora lontano.
PREZZO DEL PETROLIO NEGATIVO
Gli investitori obbligazionari hanno qualcosa da dire agli operatori del mercato petrolifero: benvenuti nel club! I prezzi del petrolio sono scesi sotto zero!
La carenza di strutture di stoccaggio e i costi complessivi di un'interruzione della produzione hanno portato a questa anomalia. Ma la causa principale è il calo della domanda provocato dai lockdown. Il taglio del 10% della produzione deciso in aprile si è rivelato ampiamente insufficiente.
Ora i prezzi sono tornati positivi, ma i future restano sotto i 30 dollari per il resto dell'anno. Sono livelli insostenibili e il numero di impianti di trivellazione negli USA sta già diminuendo. Neanche i produttori più efficienti possono sopravvivere: il pareggio di bilancio per l'Arabia Saudita è sopra gli 80 dollari al barile.
I prezzi dovranno risalire, ma probabilmente non lo faranno a breve. Il presidente Trump vuole usare il denaro dei contribuenti per sostenere l'industria petrolifera statunitense. Sarebbe chiaramente un'allocazione impropria di quelle risorse. [I produttori americani avevano guadagnato quote di mercato: gli USA guidano ora la classifica mondiale dei paesi produttori. Ciò è ridicolo se si considera che il loro costo di produzione è più alto di quasi tutti gli altri. Tenere in vita queste compagnie non farebbe che aggravare l'eccesso di offerta e mantenere i prezzi più bassi più a lungo.]
Purtroppo il prezzo basso ritarderà la transizione verso l'energia pulita, in un momento in cui i piani per contrastare il cambiamento climatico sono già messi a rischio dalle implicazioni della crisi per i conti pubblici. Stiamo parlando di un deficit di bilancio pari a circa il 20% del PIL per gli Stati Uniti.
LA BCE INFRANGE UN ALTRO TABÙ
Lasciatemi finire con la BCE, che ha infranto l'ennesimo tabù allentando i criteri di idoneità delle garanzie.
Ciò dovrebbe fare in modo che le banche abbiano asset sufficienti da offrire come collaterale per ottenere liquidità dalla BCE. È una mossa molto apprezzata, visti i segnali di frammentazione nel mercato interbancario.
Dovrebbe anche ridurre le ricadute dei futuri declassamenti, soprattutto per le società che perderanno lo status di investment grade (IG). [È importante perché l'indice dei titoli societari IG in Euro è costituito per quasi la metà da emissioni appartenenti alla fascia BBB. Non ci sorprenderebbe se, più prima che poi, la BCE estendesse i confini del suo programma di acquisti per includere anche i "fallen angel".]
La BCE sta compromettendo il proprio bilancio come non ha mai fatto prima e questo la dice lunga su quanto tema una distruzione economica permanente. Sta compiendo ogni sforzo per lasciare i canali di prestito più aperti possibile. Una buona notizia per i creditori, almeno nel breve termine. Purtroppo i governi non si stanno muovendo rapidamente come la BCE: non sono stati fatti grossi progressi al Consiglio europeo. Senza un'accelerazione sul Recovery Fund e un vero sforzo di solidarietà, la BCE dovrà rompere altri tabù per puntellare non solo l'economia, ma anche la stabilità dell'Area Euro.