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La democrazia nell’era del populismo

Il 2024 è un anno ricco di cruciali appuntamenti elettorali che mettono sempre più alla prova i sistemi democratici, minacciati dalla crescente polarizzazione della politica e della società. Di fronte agli attacchi del populismo, che ruolo giocano l’informazione e il fact checking?

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Quello in corso è un anno di particolare importanza per la democrazia, dato che i cittadini di 60 Paesi (più l’Unione europea) sono stati o saranno a breve chiamati alle urne. Se a giugno gli europei hanno votato per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, che a sua volta ha eletto i nuovi massimi rappresentanti dei vertici delle istituzioni Ue che resteranno in carica per i prossimi cinque anni, c’è grande attesa per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del prossimo 5 novembre.

La politica polarizzata

Il clima di tensione nel quale si sta svolgendo la campagna elettorale, culminato con l’attentato a Donald Trump dello scorso 13 luglio e il ritiro dalla corsa del presidente uscente Joe Biden, offre segnali in tal senso poco incoraggianti. D’altro canto, anche il dilagare di forze estremiste o anti-sistema rischia di mettere a dura prova la tenuta delle istituzioni comunitarie, ormai da tempo sotto pressione dei movimenti populisti (prova ne sia il caso della Brexit).

È in effetti più che mai attuale la tendenza generalizzata all’aumento della polarizzazione politica, come evidenziato anche nel recente Rapporto sullo sviluppo umano (HDR - Human Development Report) presentato lo scorso marzo da Generali e dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la fondazione The Human Safety Net.

La politica polarizzata

Credits: Jack Prommel per Unsplash

L’edizione 2023/2024 dello Human Development Report

La più recente edizione dello Human Develop Report, intitolato “Breaking the Gridlock: - Reimagining Cooperation in a Polarized World”, si concentra sullo stallo risultante dalle disparità nello sviluppo, dall’intensificarsi delle disuguaglianze e dall’aumento della polarizzazione politica.

In tale contesto, l’invito è quello di ripensare la cooperazione globale, proponendo azioni immediate per la stabilità del climaper lo sviluppo umano, nuovi e più ampi meccanismi finanziari a sostegno dello sviluppo. Altro obiettivo fondamentale è promuovere la riduzione della polarizzazione politica attraverso nuovi approcci di governance che valorizzino l'opinione pubblica e contrastino la disinformazione.

Democrazia in crisi

Se gli Usa sono forse l’esempio più lampante della crisi in cui versa la democrazia, sempre più minacciata da una crescente polarizzazione dell’elettorato e della società (che a sua volta fa prevalere estremismi e populismi a scapito della mediazione e del “pensiero complesso”), non sono l’unico Paese interessato da queste tendenze.

Si tratta infatti di un tema sensibile in tutto il mondo occidentale, sul quale si è recentemente espresso anche Papa Francesco in occasione di una recente visita al Generali Convention Center di Trieste per la 50° Settimana sociale dei cattolici italiani. Il Pontefice ha infatti rivolto un appello a “non rimanere indifferenti e parlare apertamente per difendere la democrazia”, in sintonia con i valori di promozione del dialogo sociale, della solidarietà e dell’inclusione per costruire una società più giusta e coesa. Ha poi sottolineato la necessità di non lasciarsi ingannare da soluzioni facili e di assumersi il compito “di non manipolare la parola democrazia né di deformarla con titoli vuoti di contenuto, capaci di giustificare qualsiasi azione”, mantenendola “legata ai valori della persona, della fraternità e dell’ecologia integrale”.

Il ruolo delle aziende

In un contesto di crescente polarizzazione, anche le aziende hanno un ruolo cruciale nel supporto alla democrazia, adottando un approccio responsabile e sostenendo iniziative per promuovere il dialogo e la mediazione. Come sottolineato dal professor Wawrzyniec Smoczyński durante il Global Communication Council di Generali a Varsavia, "le aziende possono contribuire positivamente al rafforzamento della democrazia, sostenendo programmi di educazione civica e promuovendo un'informazione equilibrata".

Un impegno che arricchisce il tessuto sociale e crea un ambiente in cui le imprese stesse possono prosperare grazie a una società ben informata e coesa. Perché sostenere iniziative democratiche significa “aiutare a costruire una società più informata e partecipativa, con benefici tangibili per le aziende nel lungo periodo". Anche il settore assicurativo può contribuire positivamente in questo senso, facendo leva sull’importanza attribuita alla prevenzione, alla salute e alla qualità della vita, oltre che alla riduzione e mitigazione dei rischi di fronte alla crescente incertezza che caratterizza il mondo di oggi.

Fatti e realtà nell’era del populismo

Un altro contributo prezioso alla riflessione su polarizzazione politica e democrazie è quello fornito dal giornalista e analista politico statunitense Andrew Spannaus, che nel suo articolo “Fatti e realtà nell’era del populismo”, pubblicato nell’ultima edizione del Bollettino Generali, si sofferma proprio sull’emergere di forze politiche populiste negli Stati Uniti e in Europa negli ultimi anni, oltre che sulla sfida che rappresentano in particolare per i media e per le istituzioni pubbliche nelle società occidentali.

Interessante, nell’analisi di Spannaus, è l’importanza attribuita al fact checking, elemento centrale della risposta delle istituzioni. Il fact checking, o verifica dei fatti, “cerca di servirsi di fatti di pubblico dominio per stabilire la veridicità di una questione, sperando così di arginare l’incremento di narrazioni contraddittorie e di giustificare il rifiuto dei principali organi d’informazione di prendere sul serio opinioni alternative”, scrive Spannaus. “Un risultato non intenzionale di questo approccio è stato quello di amplificare la divisione culturale nelle nostre società, convalidando l’idea che porzioni differenti della popolazione vivano in realtà differenti, come a molti opinionisti piace farci credere. I membri dei media e della politica sono confortati dalla certezza che sono loro a vivere nel mondo reale e possono provarlo con i fatti; e si considerano spesso baluardi contro una società impazzita.”

In questo contesto, “è essenziale riconoscere che populisti e nazionalisti si rivolgono a una realtà che una parte della società sente come propria. Confutare con i fatti affermazioni o argomentazioni specifiche è sicuramente necessario, ma rischia di essere uno sforzo vano se non riusciamo ad affrontare la narrazione nel suo complesso”.

Di certo, non scompariranno le critiche da parte dei movimenti estremisti; è probabile che il dibattito e la divisione rimangano accesi negli anni a venire. Come conclude Spannaus: “Lo scontro fra la così detta visione del mondo globalista e quella propria della ‘gente comune’ che sposa il ritorno a valori più tradizionali, è stato interiorizzato da molti cittadini e continuerà a rappresentare una fonte di tensione. La speranza in un cambiamento deriva dalla possibilità di generare un progresso inconfutabile che possa essere percepito dall'intera società, creando così una realtà condivisibile e riducendo il terreno fertile in cui l’esacerbato conflitto attuale affonda le sue radici”.

Fatti e realtà nell’era del populismo

Credits: Elliott per Unsplash