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Europ Assistance: i turisti sono tornati e non vedono l’ora di partire

Nonostante lo scenario inflazionistico, non si fanno sconti sulle vacanze. Dai viaggi sostenibili alla crescente popolarità della "workation", il “Barometro Vacanze” di Europ Assistance svela come cambiano le intenzioni e le preferenze di viaggio per il 2023

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La 22ª edizione del "Barometro Vacanze" di Europ Assistance, realizzata in collaborazione con IPSOS in 15 Paesi per monitorare le tendenze del turismo a livello globale, ha rilevato che, nonostante il quadro inflazionistico, le persone non intendono rinunciare alle vacanze. Piuttosto, stanno imparando a vivere nella "nuova normalità" di uno scenario dominato dall’inflazione, lavorando sempre più spesso mentre sono in vacanza - la cosiddetta workation - ma senza ancora trasformare in abitudini le loro intenzioni di viaggio sostenibile.

Nonostante l’inflazione, le vacanze estive restano sacre

Malgrado un contesto economico dominato dall’inflazione, in tutti i Paesi si registra un forte entusiasmo alla prospettiva di mettersi in viaggio questa estate. Il 78% degli Europei si dice entusiasta (31%) o felice di partire (47%) e le percentuali sono simili negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Malesia (tra il 74% e l’80%).
Tre europei su quattro intendono viaggiare durante l'estate (+4 punti rispetto al 2022), la percentuale più alta dal 2011, molto più alta rispetto ai livelli pre-Covid. Una tendenza che riguarda otto persone su 10 in Repubblica Ceca, Italia e Spagna. Dopo lo spettacolare aumento registrato lo scorso anno, i dati del 2023 confermano questa tendenza positiva.

Inflazione, la “nuova normalità”

L'inflazione è la prima preoccupazione dei viaggiatori in tutti i Paesi, molto al di sopra di altre ragioni per non viaggiare. In effetti, i motivi economici sono la principale barriera, menzionata dal 47% degli europei che non viaggeranno quest'estate (+6 punti rispetto al 2022), dal 51% degli americani (+6 punti) e dal 50% dei canadesi (+9 punti).
In questo contesto, si stanno prendendo degli accorgimenti: un terzo dei viaggiatori (che siano europei, nordamericani o australiani) sono disposti a scegliere alloggi più economici o a cercare offerte last minute. La riduzione della durata del viaggio è invece l'ultima possibilità presa in considerazione.

I viaggiatori non temono più il Covid-19

Le preoccupazioni legate al Covid-19 e all'impatto sulle abitudini di viaggio si stanno affievolendo con il tempo: meno viaggiatori eviteranno i luoghi affollati e sono meno numerosi quelli che temono un'epidemia o di essere messi in quarantena all'estero.
Inoltre, è chiaramente aumentato il livello di fiducia: il 63% dei viaggiatori europei intende prenotare i propri viaggi con almeno 2 mesi di anticipo. Gli effetti a lungo termine della crisi del Covid-19 sulle abitudini di viaggio sono tutt'altro che evidenti: solo 1 persona su 6 afferma che organizzerà più vacanze nella natura.

Sempre più popolari i viaggi all'estero

Torna ad aumentare il fascino dei viaggi all'estero in Europa e in Australia: il 52% degli europei e il 50% degli australiani intende viaggiare all'estero quest'estate. Questo vale meno per il Nord America e per la Francia, l'unico Paese in cui continua ad aumentare la quota di coloro che organizzano le proprie vacanze entro i confini nazionali. 

Dove si va?

Il mare rimane la scelta di gran lunga più popolare per gli europei. Tuttavia, i viaggi in città continuano a guadagnare attrattiva (+4 punti in Europa): questa percentuale è anche raddoppiata in 10 anni (30% nel 2023 rispetto al 13% nel 2013). I viaggi in città sono addirittura l’opzione preferita, prima del mare, in Canada e negli Stati Uniti.
Il riposo e la dimensione sociale del viaggio (riunirsi in famiglia o con gli amici) restano le due attività delle vacanze estive ideali per i viaggiatori internazionali. Il viaggio di scoperta (conoscere nuove culture, scoprire nuovi paesaggi) completa il podio ed è sempre più popolare tra i viaggiatori europei, statunitensi e australiani.

Workation: il confine tra lavoro e vacanza è sempre più labile

Chiamata anche "workoliday" o "woliday", una workation è proprio quello che sembra e consiste nel lavorare mentre si è in vacanza (lavoro “work” + vacanza “holiday”= workation). Si continua a lavorare, ma da una destinazione che è normalmente un luogo di villeggiatura. 
La workation sta guadagnando terreno in Europa: quasi 3 persone su 10 intendono lavorare dal loro luogo di vacanza quest'estate, con un aumento di 4 punti rispetto al 2022 (28% contro 24%). La percentuale rimane significativamente più bassa rispetto a quella degli americani, visto che il 36% degli statunitensi sta pianificando una vacanza di lavoro per la prossima estate. Se il 43% di coloro che pianificano una workation prevede di lavorare solo nel proprio Paese, il 52% pensa di farlo all'estero (solo o anche).

Viaggi sostenibili: nonostante la consapevolezza, è difficile cambiare le abitudini di viaggio

Le abitudini di viaggio sostenibili sono forti nelle intenzioni, ma non si traducono in rilevanti cambiamenti di comportamento:

  • I 2/3 dei turisti europei dichiarano di essere pronti a cambiare mezzo di trasporto per avere un impatto minore sulle emissioni di carbonio...
  •  ...ma coloro che intendono viaggiare in aereo sono quasi il doppio rispetto al 2021 (37% quest'anno, contro il 33% nel 2022 e il 22% nel 2021).
  • L'impatto ambientale è tra gli ultimi criteri che vengono presi in considerazione per gli spostamenti (solo il 9%, mentre la comodità è menzionata nel 64% dei casi!)
  • Allo stesso modo, i 2/3 degli intervistati dichiarano che sarebbero disposti a viaggiare verso una destinazione più vicina per lo stesso scopo, mentre più della metà prevede di andare all'estero quest'anno. 


Esiste quindi un chiaro divario tra il dire e il fare in termini di sostenibilità e abitudini, a dimostrazione del fatto che i viaggiatori, pur essendo chiaramente consapevoli dell'importanza delle questioni ambientali, non sembrano ancora pronti a cambiare radicalmente le loro abitudini di viaggio.