COP28, tra progressi e sfide per la transizione ecologica
Adattamento e fonti fossili al centro dei negoziati sul clima a Dubai. Anche Generali ha partecipato per la prima volta alla Conferenza, organizzando un evento in collaborazione con UNDP
Le delegazioni di 198 Paesi (più l’UE), oltre ai rappresentanti di ONG, attivisti, scienziati, esponenti politici e leader aziendali, hanno preso parte alla 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28), che si è aperta a Dubai lo scorso 30 novembre sotto la presidenza degli Emirati Arabi Uniti.
Per la prima volta anche Generali ha partecipato alla Conferenza, organizzando un evento volto a creare consapevolezza ed esplorare soluzioni internazionali per promuovere lo sviluppo sostenibile e l’adattamento climatico delle PMI in tutto il mondo, soprattutto nei paesi più vulnerabili.
La Dichiarazione su Clima e Salute
Il tema scelto per l’edizione di quest’anno è “Health, Relief, Recovery and Peace”, con l’obiettivo dichiarato di porre la salute al centro dell'azione per il clima e accelerare lo sviluppo di sistemi sanitari resilienti al clima, sostenibili ed equi. Obiettivo che trova conferma nella Dichiarazione su Clima e salute, pubblicata dalla Presidenza emiratina in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Ministero della Salute e della Prevenzione degli Emirati.
Approvata da 123 Paesi, la Dichiarazione segna la prima volta al mondo che i governi riconoscono il crescente impatto sanitario dei cambiamenti climatici su comunità e Paesi, oltre a riconoscere i grandi benefici per la salute delle persone derivanti da un’azione climatica più decisa, anche attraverso la riduzione dell’inquinamento atmosferico e l’abbassamento dei costi sanitari.
Loss and damage, approvato il fondo per i Paesi vulnerabili
Alla COP28 di Dubai è poi stato deciso di rendere operativo il Loss and damage fund, il fondo per consentire alle nazioni più vulnerabili della Terra di fronteggiare le perdite e i danni (loss and damage, appunto) patiti a causa degli impatti dei cambiamenti climatici. Il principio della creazione di un fondo era stato stabilito al termine della COP27 di Sharm el-Sheikh, nel 2022. L’attivazione del fondo era quindi attesa ma non scontata, ed è quindi un risultato importante nella lotta al cambiamento climatico.
Accordo “storico” e una nuova terminologia: “transizione” fuori dai combustibili fossili
Ciò che però definisce maggiormente la COP di Dubai è il risultato del confronto sulle fonti fossili. La trattativa si è protratta nella notte tra il 12 e 13 dicembre per trovare un compromesso, raggiunto dopo un negoziato che alla fine ha vinto anche le resistenze dei Paesi produttori. Definito “storico” dal presidente della COP28, Sultan Al Jaber, l’accordo raggiunto prevede “una transizione fuori dai combustibili fossili” e di accelerare tale azione “in questo decennio cruciale al fine di raggiungere le emissioni zero nel 2050”.
La dichiarazione del Global Stocktake
È in effetti la prima volta che in una dichiarazione finale della conferenza Onu sul clima si parla espressamente di una transizione fuori dai combustibili fossili anche se si sceglie una parola leggermente più morbida – “transition away”, appunto - invece del termine phase out richiesto dai Paesi più ambiziosi ma rifiutato dai Paesi produttori.
Nell’accordo anche l'invito a triplicare i fondi per le rinnovabili e ad accelerare su nucleare e cattura dell'anidride carbonica. Una concessione ai Paesi produttori è la menzione del ruolo per i “combustibili di transizione”, che restano indefiniti. Il gas non viene più citato, ma potrà facilmente rientrare in questa categoria.
Il testo riconosce anche che “il fabbisogno finanziario per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo è stimato in 215-387 miliardi di dollari all’anno fino al 2030 e che è necessario investire circa 4,3 mila miliardi di dollari all’anno in energia pulita fino al 2030, aumentando poi a 5 mila miliardi di dollari all’anno fino al 2050, per poter raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050”.
La partecipazione di Generali alla COP28
In questo contesto, l’impegno per la sostenibilità e gli obiettivi che Generali si pone per proteggere l’ambiente e il clima sono più che mai attuali. Il Gruppo intende infatti avere un ruolo attivo, al di là del business quotidiano, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e a un'economia e una società più sostenibili attraverso strategie di adattamento climatico e la transizione net-zero.
Per questo, e per la prima volta, anche Generali ha partecipato alla Conferenza, prendendo parte a convegni e incontri bilaterali e organizzando l’evento “Accelerating SMEs’ resilience in a world of growing climate change” in collaborazione con la Insurance and Risk Finance Facility (IRFF) di UNDP - il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.
L’evento di Generali e UNDP alla COP di Dubai
L’iniziativa, ospitata dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica come evento ufficiale del Padiglione Italia, si è svolta il 6 dicembre per attirare l'attenzione sul percorso delle piccole e medie imprese verso la resilienza climatica ed è parte di una più ampia partnership tra Generali e UNDP.
L'obiettivo è stato quello di creare consapevolezza e di favorire un confronto con le istituzioni italiane, europee e internazionali per promuovere lo sviluppo sostenibile e l'adattamento climatico per le PMI di tutto il mondo, soprattutto per quelle dei Paesi vulnerabili.
Lucia Silva, Chief Sustainability Officer del Gruppo Generali, ha partecipato a una discussione su questo tema e sul ruolo dell'assicurazione per proteggere le comunità a basso reddito, insieme ad alcuni ospiti di spicco:
- Lorenzo Fanara, Ambasciatore d'Italia negli Emirati Arabi Uniti
- Carlo Batori, Capo della Task Force Clima, Finanza e Digitale per lo Sviluppo, Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari esteri e ella Cooperazione internazionale (MAECI)
- Madalena Bte Mohamed, Senior Officer – Direttrice della sostenibilità di Bank Negara Malaysia
- Giuseppe Manzo, Ministro plenipotenziario e Consigliere diplomatico del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
- Lauren Carter, Responsabile dell’impegno esterno per la Insurance and Risk Finance Facility (IRFF) di UNDP
- Ekhosuehi Iyahen, Segretario Generale del Forum per lo sviluppo assicurativo - Insurance Development Forum (IDF)
- Stefano Signore, Capo unità Green Deal, Agenda digitale della Direzione generale per i Partenariati internazionali della Commissione UE
- Agostino Inguscio - Coordinatore a Roma del Centro per l'azione per il clima e la transizione energetica di UNDP
- Jan Kellet, Global and Corporate Lead, UNDP Insurance and Risk Finance Facility.
Il ruolo dell’assicurazione
Obiettivo dell’evento è stato anche quello di riaffermare il ruolo chiave degli assicuratori nell’accelerare e ampliare la riduzione e l’adattamento al rischio climatico, fornendo ai Paesi vulnerabili protezione da condizioni meteorologiche sempre più estreme e aiutando le PMI a sviluppare la propria capacità di gestione dei rischi.
Per questo Generali continuerà ad attirare l’attenzione sulle PMI e a promuovere l’adozione, da parte di queste imprese, di modelli di business sostenibili, oltre a collaborare con UNDP e a promuovere partnership pubblico-private per raggiungere questi obiettivi, in linea con il proprio impegno quale Assicuratore, Investitore, Datore di lavoro e Corporate Citizen responsabile.
L'adattamento al cambiamento climatico, del resto, non è più un obiettivo facoltativo, ma un elemento essenziale per il perseguimento della prosperità a lungo termine. Di fronte al cambiamento climatico, le comunità vulnerabili traggono vantaggio da una maggiore resilienza alle condizioni meteorologiche estreme, le imprese prosperano quando gestiscono meglio i rischi e sfruttano nuove opportunità e i governi hanno successo quando guidano economie forti e resilienti.