Non solo PIL pro capite: lo sviluppo umano passa anche dal benessere mentale
Di fronte a ritmi di vita sempre più frenetici e a incertezze crescenti riguardo al futuro, il benessere psicologico entra a pieno titolo tra i fattori che permettono di misurare la qualità della vita. In questo contesto, anche l’assicurazione può contribuire a trasformare le incertezze in opportunità
La pandemia di COVID-19, i conflitti in corso, gli effetti del cambiamento climatico e un contesto macroeconomico sempre più incerto hanno provocato l’aumento delle disuguaglianze e una crescente polarizzazione politico-istituzionale della società, riducendo il livello complessivo di fiducia negli altri e, più in generale, nella comunità. Non a caso, per due anni di fila – e per la prima volta dal 1990 – l'Indice di Sviluppo Umano (ISU) è diminuito, scendendo in nove Paesi su dieci. Si tratta di un indicatore di sviluppo macroeconomico che misura la qualità della vita dei Paesi considerando, oltre al PIL pro capite, l’alfabetizzazione e la speranza di vita. È questa una delle principali conclusioni dell’ultimo Human Development Report del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), presentato per la prima volta in Italia insieme al Ministero degli Affari Esteri italiano presso le Procuratie Vecchie a Venezia, lo storico edificio che accoglie la sede della fondazione di Generali The Human Safety Net.
La ricerca evidenzia come il crescente numero di eventi meteorologici estremi, la perdita di biodiversità e la diffusione di virus prima sconosciuti, nonché minacce tradizionali come l'insicurezza economica e alimentare, la discriminazione e la violenza, possano causare disagio e disturbi mentali, che attualmente colpiscono una persona su otto nel mondo.
Di fronte a ritmi di vita sempre più frenetici e a incertezze crescenti riguardo al futuro, il benessere mentale e la resilienza psicologica sono due fattori sempre più essenziali per lo sviluppo umano. Il disagio mentale si pone come un ostacolo a tale sviluppo compromettendo la capacità delle persone di sviluppare pienamente il proprio potenziale. Diversi livelli di esposizione a fattori di stress tra le persone, inoltre, possono aumentare e perpetuare le disuguaglianze nei cicli intergenerazionali di disagio mentale ed esacerbare le difficoltà socioeconomiche.
Le linee guida dell’OMS
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) considera la salute mentale come una componente integrante del benessere sia fisico che psichico in grado di sostenere le nostre capacità individuali e collettive di prendere decisioni, costruire relazioni e modellare il mondo in cui viviamo, per questo rappresenta un diritto umano fondamentale per lo sviluppo personale, comunitario e socio-economico.
Tutti gli Stati membri dell'OMS sono impegnati ad attuare il Piano d'azione globale per la salute mentale 2013-2030, che mira a portare miglioramenti su questo fronte rafforzando una leadership e una governance efficaci, fornendo un'assistenza completa, integrata e reattiva basata sulla comunità attraverso l’attuazione di strategie di promozione e prevenzione, migliorando i sistemi di informazione e promuovendo la ricerca. Obiettivo del Piano è trasformare le nuove incertezze in opportunità, con l'ambizione di concentrarsi sullo sviluppo umano al fine di liberare le capacità creative e cooperative delle persone. Per raggiungere tali propositi il Piano dell’OMS, in linea con le conclusioni dello Human Development Report di UNDP, raccomanda di puntare sulle “3 I”: Invest, Insure, Innovate. Dunque:
- investire in risorse e capacità;
- puntare sull'assicurazione, anche sociale, per proteggere le persone dalle inevitabili conseguenze di tempi incerti salvaguardando le capacità delle persone;
- promuovere l'innovazione per generare competenze utili per affrontare le sfide del futuro.
Il ruolo dell’assicurazione e la strategia di Generali
Il settore assicurativo rappresenta una forza stabilizzatrice essenziale di fronte all'incertezza, perché offre protezione alle persone puntando sull'innovazione e sulla modernizzazione dei servizi. Senza trascurare la sfida dell'inclusione finanziaria e la possibilità – anche per i più vulnerabili – di accedere ai servizi finanziari e assicurativi per ridurre la povertà e le disuguaglianze.
Generali si impegna anche per il benessere dei propri dipendenti, coerentemente con la People Strategy che guida le priorità e le iniziative del Gruppo per il triennio 2022-2024: “GPeople24 – Ready for the Next”. L’obiettivo è valorizzare il potenziale delle persone di Generali e supportare la nuova strategia attraverso l’implementazione del modello Next Normal, attraverso le seguenti aree prioritarie:
- accelerare lo sviluppo di una cultura sostenibile e meritocratica, aperta all’innovazione e focalizzata sul cliente;
- abilitare l’adozione di un modello di lavoro ibrido sostenibile, fondato sul digitale, per un’organizzazione più efficace ed efficiente;
- equipaggiare le persone con le competenze necessarie per abilitare la strategia, con focus su digitale, clienti e sostenibilità;
- offrire un ambiente di lavoro che valorizzi le diversità, garantisca l’equità e favorisca l’inclusione.
Costruire una cultura del benessere, insomma, per guidare le persone a proiettarsi dentro un sistema condiviso di motivazioni, valori e risultati e contribuire al contempo alla creazione di una società in cui sia possibile realizzare pienamente il potenziale di ogni individuo, senza perdere di vista l’importanza del benessere psicologico. Perché di fronte alle incertezze del presente è proprio nei vari ambiti della vita associata che si realizzano le condizioni in grado di promuovere o inibire lo sviluppo umano, come notato da Erich Fromm nel suo Psicanalisi della società contemporanea (1955): “La società può avere due funzioni: può favorire un sano sviluppo dell’uomo e può ritardarlo; in realtà nel maggior numero dei casi la società fa entrambe le cose, e il problema riguarda soltanto la misura e la direzione in cui si esercita la sua influenza positiva e negativa”.