Ripensare il modello di governance aziendale
Gli effetti della pandemia di Covid-19 sul nostro modo di lavorare e di pensare al rapporto tra società e business
La pandemia di Covid-19 ha messo in luce sempre di più la tendenza ad un modello di governance aziendale che metta al centro la salute e la resilienza dell'impresa, innescando un ripensamento profondo del rapporto tra azienda e società.
La pandemia, infatti, ha reso fin troppo chiaro che la società dipende da aziende ben funzionanti per soddisfare i suoi bisogni più elementari e che le imprese non esistono solo per massimizzare i rendimenti. Ne consegue che le società dovrebbero occuparsi non solo dei rendimenti ma dell'ampia gamma di fattori che consentono all'azienda di creare valore nel tempo.
Paradossalmente, questa competenza allargata non diminuisce la responsabilità delle aziende, ma implica cambiamenti nella natura e nell'ambito di tale responsabilità. In altre parole, la pandemia ha dimostrato che le aziende non possono disconnettersi così facilmente dalla società in generale.
Come ben evidenziato dalla Harvard Business Review, il Covid-19 è iniziato come una crisi di salute pubblica e si è rapidamente evoluto in una crisi finanziaria ed economica di proporzioni globali, non risparmiando alcuna azienda (tranne pochissime eccezioni). Così, molte di esse hanno dovuto inventare nuovi modi di lavorare in pochissimo tempo, i prezzi delle azioni sono crollati o hanno conosciuto una volatilità senza precedenti.
Di fronte a risposte disomogenee e, in alcuni casi, inefficaci da parte dei governi, e con una ripresa economica ancora incerta, molte aziende si sono fatte avanti per colmare tale divario: alcune si sono dimostrate all'altezza della situazione, riorganizzando le loro linee di produzione per realizzare le attrezzature necessarie; altre non sono state all’altezza delle aspettative e sono finite nel mirino del pubblico per aver cercato di sfruttare i programmi del governo destinati ai meno fortunati.
Molti consigli di amministrazione e dirigenti di alto livello, inoltre, sono stati costretti a confrontarsi con questioni di responsabilità pubblica nello stesso momento in cui si trovavano alle prese con una crisi per la quale non erano preparati. La pandemia ha dimostrato che questioni ataviche come l'aumento della disuguaglianza del reddito e della ricchezza, il degrado ambientale, il cambiamento climatico, la discriminazione razziale ed etnica, il declino della salute pubblica e dell'istruzione, l'aumento della corruzione o il deterioramento delle istituzioni pubbliche non sono solo legittime aree di preoccupazione per le imprese, ma anche, e soprattutto, fonti sia di rischio che di opportunità.
La pandemia di Covid-19, in tal senso, ha accelerato l’azione anche a livello di organismi internazionali come l’Ocse, che già nel 2019 aveva avviato la Business for Inclusive Growth (B4IG), una partnership strategica tra l'Ocse e 35 grandi aziende globali, nata con l’obiettivo di cambiare il modo in cui si fa business.
Secondo dati Ocse, la crescita della finanza sostenibile tra le aziende è una segnale di come sia in atto un deciso cambiamento rispetto al passato. Più di 30 mila miliardi di dollari di asset in tutto il mondo ora soddisfano criteri ambientali, sociali e di governance, con un aumento di oltre il 30 per cento rispetto al 2016. Così come le forze di mercato, le forze sociali possono influenzare profondamente il business e l'ambiente competitivo.
Risulta quindi sempre più evidente la necessità per le imprese di guardare oltre il mero modello di governance aziendale incentrato sulle aspettative degli azionisti e sugli utili della società – che risponde alla cosiddetta “teoria dell'agenzia” – per assicurarsi che i sistemi di gestione e supervisione dell'azienda comprendano i rischi derivanti da questi problemi sociali su larga scala, e che i processi di pianificazione strategica e allocazione delle risorse dell'azienda tengano conto di questi problemi, in modo che le attività risultanti non aggravino questi problemi e, idealmente, contribuiscano a migliorarli.
Di conseguenza, è probabile che una forte supervisione sulla sostenibilità, la responsabilità aziendale, l'impegno sociale, la cittadinanza d'impresa – riassumibili nei cosiddetti fattori Environmental, social and corporate governance (Esg) – passerà dall’essere un’eccezione al diventare la regola.