Petrolio, Covid ed energie rinnovabili
Produttori e consumatori guardano oltre l’oro nero
Il settore dell’energia sta assistendo ormai da tempo a una transizione dal petrolio a risorse a basso o a zero impatto ambientale grazie allo sviluppo di energie rinnovabili.
Lo shock dovuto al crollo dei prezzi del petrolio, culminato nell’aprile 2020, ha accelerato questa transizione, spingendo gran parte di aziende e Paesi produttori e consumatori a guardare oltre l’oro nero, nonostante il lento ritorno a prezzi più stabili registrato nel corso del 2021.
L’Europa, con il Green New Deal, rappresenta un capofila per la transizione energetica a livello globale, con l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.
Tuttavia, è dai Paesi produttori di petrolio e dalle economie a più alte emissioni inquinanti che stanno giungendo iniziative cruciali per una reale transizione “oltre il petrolio”: la Cina, primo importatore di petrolio al mondo, guida la produzione nel settore rinnovabile, con ben sette società attive nel settore del solare, tra le prime dieci al mondo.
Anche per quanto riguarda l’eolico, la Cina è tra i primi produttori a livello mondiale insieme agli Stati Uniti, rispettivamente con il 55,9 per cento e il 18,19 per cento di capacità installata nel 2020.
Un altro settore intermedio in rapida crescita è quello dei carburanti a basse emissioni e della cattura e stoccaggio della CO2.
La crisi del Covid-19, peraltro, ha dimostrato che la preferenza degli investitori per gli investimenti sostenibili rimane forte: i fondi comuni di investimento e quelli che investono in attività con elevati punteggi ambientali, sociali e di governance (ESG), hanno infatti resistito meglio durante il grande crollo del mercato di marzo 2020 e, secondo diversi analisti, sono destinati a crescere nel 2021, attirando nuovi investitori.