Plasmare attivamente la casa connessa
Intervista a Stephan Weiss, Project Manager Online – Media e Digitization, Generali Germania
Quando si tratta della nozione di “smart home”, i pareri sono molto discordanti. Mentre alcuni ritengono che sia un capolavoro digitale che rende la vita più facile e sicura, altri la liquidano come una semplice trovata per amanti della tecnologia. Ma cos’è una smart home?
La digitalizzazione sta facendo passi da gigante e ha raggiunto anche le nostre case. Tuttavia, le soluzioni iniziali tendevano ad essere prerogativa degli appassionati di tecnologia e delle persone che amano armeggiare e procedere per tentativi ed errori. Oggi, le cose sono andate ben oltre questo. Esistono sistemi modulari di smart home, hub integrativi e app operative di facile utilizzo o persino dispositivi di immissione a guida vocale come ad esempio Google Home o Amazon Alexa. Oggi la smart home può essere di aiuto in molti modi. Ad esempio, vi permette di alzare il riscaldamento mentre state rientrando a casa oppure di spegnere la macchina del caffè se siete usciti di casa dimenticandovi di farlo. In vacanza, gli utenti possono controllare automaticamente se gli adolescenti di casa hanno chiuso tutte le finestre e le porte prima di uscire e così via. Ci sono un sacco di funzionalità che rendono la vita più facile.
Sembrano soluzioni innovative e facili da usare, ma la smart home non è ancora diventata una tendenza dominante. Perché?
Tutto questo è solo l’inizio della casa digitalizzata. In molti casi, non esistono standard universali: ogni produttore promuove la propria tecnologia e casi d’uso definiti. Pochissimi consumatori hanno la competenza e le risorse necessarie per plasmare una casa veramente connessa, quando l’euforia iniziale dei primi casi d’uso cede rapidamente il passo alla disillusione. Quello che manca sostanzialmente sono approcci intersettoriali; in altre parole, più smart living che smart home. Durante le discussioni presso istituti o agli incontri di start-up, noto che servono ancora molte spiegazioni per poter sfruttare il potenziale a livello intersettoriale nell’interesse dell’orientamento ai clienti.
Cosa fa di preciso Generali per sfruttare questo potenziale?
Le osservazioni critiche e l’esperienza iniziale con il nostro prodotto Generali Domocity ci hanno suggerito di adottare un approccio differente nel nostro Gruppo. Come Generali Deutschland Informatik Services e Generali Deutschland Digital, abbiamo fatto un invito aperto sul wiki internazionale di Generali a tutti i colleghi che sono interessati a creare una smart home community con noi. Il nostro obiettivo è condividere esperienza e soluzioni, fornire supporto reciproco con installazioni private di soluzioni smart home e promuovere la condivisione di idee sui casi d’uso. La risposta nel breve periodo è stata notevole (la community ha superato i 200 membri nel giro di appena pochi giorni). La cosa interessante è stata che, sebbene ognuno avesse le proprie competenze specifiche, siamo comunque riusciti a documentare soluzioni su una pagina comune. Allo stesso tempo, abbiamo avviato insieme un progetto di quattro mesi con l’Università di Amburgo nell’intento di strutturare le esperienze, i desideri e i problemi degli utenti del Gruppo. Anche qui la community ha svolto un ruolo centrale, fornendo ampie idee e feedback. Nella fase successiva, faremo testare ai nostri colleghi un numero elevato di pacchetti smart home. Tutte queste attività e idee ci aiutano (come Generali OneCompany) nel nostro ulteriore sviluppo e nel passaggio a prodotti e servizi smart.
In quale direzione si sta ora sviluppando la smart home?
La smart home continuerà a svilupparsi nello stesso modo dirompente delle altre precedenti tendenze Internet. È così che si svilupperà la tendenza dalla smart home allo smart living autentico. Diventerà più facile integrare altri produttori e il numero di hub o piattaforme specifiche dei produttori sarà ridotto in misura sostanziale. Molto più interessanti da un punto di vista assicurativo, tuttavia, sono gli ecosistemi digitali che entrano in gioco nel contesto della smart home e dello smart living. È solo con questi che gli utenti avranno infine un valore aggiunto end-to-end.
Precisamente, che cosa intende con “ecosistemi digitali”? E quale ruolo hanno le compagnie assicurative in quest’ambito?
Gli ecosistemi digitali riuniscono tutti gli attori che hanno a che fare con quest’ambito e che sono connessi in un modo o nell’altro. Con la smart home o lo smart living, l’elenco si estende dai servizi locali e dall’assistenza medica ai servizi di consegna di alimenti e ai servizi di mobilità, energetici e di sicurezza. Esiste un grande potenziale perché i gruppi assicurativi svolgano un ruolo attivo nel plasmare questo ecosistema. Essi offrono ai clienti la possibilità di rendere le loro case più sicure e più comode con l’Internet delle Cose e gli algoritmi intelligenti nonché con un’ampia gamma di servizi di assistenza e prevenzione. In combinazione con start-up innovative o aziende tecnologiche, sviluppiamo servizi che rispondono prontamente ai rischi (come ad esempio rilevatori di fumo, rilevatori di movimento o anche rilevatori del livello dell’acqua) e che fanno scattare un allarme con un’app in caso di emergenza. In questo modo le compagnie assicurative possono svolgere un ruolo attivo. Proteggiamo attivamente le case e aiutiamo a garantire innanzitutto che i danni siano evitati. Ci tengo molto a contribuire a plasmare tutto questo.