Un capitalismo più inclusivo
Una ricerca sui nuovi percorsi dell’economia globale
Una ricerca sui nuovi percorsi dell’economia globale
Il tema di quello che viene chiamato “capitalismo inclusivo” è sempre più dibattuto soprattutto nel mondo anglosassone. Per i suoi sostenitori è la nuova strada dell’economia mondiale che renderà il mondo più prospero; per i suoi critici è un tentativo di dare nuovo splendore a un’economia globale in crisi e per i suoi detrattori più radicali è solo una maniera di evitare nuove rivolte popolari. Ma oltre alla polemica c’è anche la ricerca. The Principles for Responsible Investment (PRI), un’organizzazione non a scopo di lucro il cui fine è prefigurare possibili azioni per un investimento responsabile, ha appena finanziato, tra gli altri, un progetto della Judge Business School dell’Università di Cambridge il cui titolo è appunto: Inclusive capitalism: the impact of global shareholder engagements.
Il progetto di ricerca studia un periodo di quasi vent’anni di scelte economiche combinando dati che coprono 68 Paesi e oltre 5mila aziende. Il team di lavoro è diretto dal Professor Elroy Dimson, a capo del Newton Centre for Endowment Asset Management, e la sua squadra avrà accesso alla banca dati dei PRI che contribuisce alla ricerca universitaria con10mila sterline di contributo. Una banca dati ben fornita, visto che nel novembre scorso 1600 firmatari, che rappresentano 62 trilioni di dollari di patrimonio, hanno sottoscritto i sei principi guida dei PRI a dieci anni dalla nascita dell’iniziativa per un’economia responsabile. I risultati dello studio saranno pubblicati nel 2017.