Proteggere dai rischi e gestire l’incertezza del futuro, la nostra visione di assicurazione
L’assicurazione ha accompagnato la nascita delle economie mercantili e contribuito allo sviluppo delle società moderne. E oggi guarda alla collaborazione con istituzioni nazionali e sovranazionali per continuare a essere al fianco di individui, famiglie e imprese
Offrire protezione da possibili rischi e ridurne gli impatti negativi è, da sempre, al centro dell’attività delle assicurazioni. Perseguendo questa missione, il nostro settore è andato sviluppandosi di pari passo con la società nel suo insieme; per questo studiare la storia delle assicurazioni equivale a compiere un affascinante viaggio nel tempo e in un mondo in rapida evoluzione.
I primi contratti assicurativi, risalenti all’epoca medievale, riguardavano il commercio marittimo e la necessità di salvaguardare le merci da minacce quali naufragi, attacchi pirati o possibili confische in paesi stranieri. Qualche secolo più tardi, il grande incendio di Londra del 1666, che nel giro di cinque giorni distrusse oltre 13mila abitazioni e numerosi altri edifici, fu fondamentale per lo sviluppo dell’assicurazione sulle proprietà e contro gli incendi. Allo stesso modo, la rivoluzione industriale portò a nuove forme di copertura come quelle contro gli incidenti di viaggio, che andavano aumentando man mano che le reti ferroviarie si espandevano e che la società si faceva più “mobile”.
Questi pochi esempi ci mostrano chiaramente come gli assicuratori abbiano sempre cercato di dare risposte concrete ai nuovi bisogni che andavano man mano emergendo, ed è così ancora oggi. In questo senso, l’attuale momento storico ci mette di fronte a sfide allo stesso tempo particolarmente complesse e del tutto inedite.
Innanzitutto, la pandemia da Covid-19 ha portato ad una rinnovata consapevolezza sull’importanza della protezione a tutti i livelli, e più in generale, sul ruolo fondamentale che le assicurazioni giocano nella stabilità economica e sociale dell’intero sistema. In un momento così drammatico per tutti noi, il poter contare su polizze vita o su altre forme di copertura ha fatto la differenza per un gran numero di singoli individui e di famiglie. Allo stesso modo, gli effetti dei lockdown sull’attività di numerose imprese hanno dimostrato quanto sia fondamentale tutelarsi dai rischi legati alla business interruption, che presenta oggi livelli di sottoassicurazione ancora piuttosto elevati, soprattutto tra le piccole e medie imprese.
In secondo luogo, i principali megatrend che stanno ridefinendo il nostro mondo continuano a generare nuovi bisogni di protezione. Ad esempio, con il cambiamento climatico assistiamo al verificarsi di eventi naturali estremi sempre più frequenti, anche in aree geografiche storicamente non interessate da questi fenomeni. Allo stesso modo, l’invecchiamento demografico nelle economie più avanzate del pianeta porta con sé un forte aumento delle spese per l’assistenza e le cure necessarie ad una popolazione sempre più anziana, mettendo sotto grande pressione i sistemi sanitari pubblici e pensionistici esistenti. Oltre a questo, dalla rivoluzione digitale derivano nuove necessità di assicurazione rispetto a fenomeni quali la mobilità, la cybersicurezza o la stabilità dei sistemi informatici. Infine, vi è il tema dell’intelligenza artificiale e delle sue conseguenze sul mondo del lavoro e su numerosi altri aspetti della nostra vita.
Scenari e rischi nuovi legati a fenomeni anche molto diversi tra loro, dunque, ma che, come già abbiamo visto in molteplici occasioni, possono generare costi sociali ed economici ingenti, impossibili da sostenere per il solo settore assicurativo e riassicurativo privato. Proprio per questo, si registra un crescente consenso sul fatto che le risposte a tutte queste sfide non potranno che arrivare da uno sforzo comune, che veda soggetti pubblici e privati collaborare per definire soluzioni inedite ed efficaci.
In occasione dell’ultimo G7, tenutosi in Italia a fine maggio, è stata sottolineata la necessità di creare partenariati pubblico-privati per ridurre il tema del divario di protezione assicurativo relativamente alle catastrofi naturali. Si tratta di un messaggio di grande importanza, perfettamente in linea con quanto Generali va sostenendo - pubblicamente e in tutti i nostri incontri con i principali esponenti politici a livello nazionale ed europeo – fin dai mesi successivi allo scoppio della pandemia. Siamo infatti convinti che solo attraverso la creazione di fondi a più livelli, che siano partecipati da istituzioni sovranazionali, governi, compagnie di assicurazione e riassicurazione e altri importanti soggetti privati, sarà possibile creare efficaci meccanismi di protezione dai rischi sistemici, di qualunque tipo essi siano.
Testimonianze di tale impegno sono la partnership tra Generali e UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), volta a ridurre il divario di protezione per le comunità vulnerabili attraverso l’accesso a soluzioni assicurative e di finanziamento del rischio, oltre alle collaborazioni con l’Insurance Development Forum - per infrastrutture sostenibili nelle economie emergenti e in via di sviluppo - e con l’OCSE nell’ambito del Forum mondiale sul benessere.
In un’epoca caratterizzata da grande incertezza, dovuta alle conseguenze dei cambiamenti climatici e a mutamenti tecnologici e demografici, è fondamentale comprendere l’impatto di queste sfide sul benessere delle persone, delle comunità e del pianeta. Fornire risposte adeguate, oltretutto in uno scenario geopolitico sempre più complesso, sarà dunque la sfida fondamentale dei prossimi anni, continuando al tempo stesso a fare ciò che da sempre caratterizza le assicurazioni: essere al fianco di individui, famiglie e imprese, proteggendole dai rischi e rendendo così più forte e resiliente l’intera società.