Finanza sostenibile per imprese e investitori nel settore privato
Come cambiano i modelli di business delle aziende e le strategie di investimento con l’integrazione di fattori ambientali, sociali e di governance nelle decisioni finanziarie
Oggi più che mai le aziende svolgono un ruolo fondamentale per la salute del nostro pianeta. Insieme ai vantaggi ambientali e reputazionali di investire nella sostenibilità, le aziende stanno infatti ottenendo sempre più benefici finanziari. È per questo motivo che in futuro il settore privato giocherà un ruolo via via più importante nella ridefinizione delle forme di business, contribuendo a incentivare investimenti nella finanza sostenibile.
Siamo tutti sempre più consapevoli delle conseguenze che il nostro attuale modello economico può portare all'ambiente, alla società e al modo in cui viviamo. Diversi quadri internazionali – come l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile o l'Accordo di Parigi – hanno riconosciuto la necessità di promuovere un modello di sviluppo economico sostenibile. Il settore finanziario, in particolare, gioca un ruolo importante nel finanziamento di tale modello, poiché gli intermediari finanziari hanno la capacità di mobilitare il capitale attraverso investimenti e prestiti sostenibili, integrare la sostenibilità nei loro processi e strategie di gestione del rischio e fornire consulenza a clienti e investitori al fine di promuovere il cambiamento di comportamento richiesto da questa profonda trasformazione.
La finanza sostenibile e l'integrazione di fattori ambientali, sociali e di governance nelle decisioni finanziarie sono nella loro fase iniziale. Grandi società, investitori istituzionali e gestori patrimoniali stanno iniziando a integrare i fattori ESG (Environmental, Social e Governance) nelle loro politiche e strategie di investimento.
I governi e le banche centrali stanno lavorando rapidamente per promuovere la mobilitazione finanziaria sostenibile, una migliore gestione del rischio e una maggiore trasparenza. Ma i privati, gli investitori al dettaglio e le PMI sono ancora molto lontani dal percorso da seguire. In questo senso, un’adeguata educazione finanziaria per il settore privato può svolgere un ruolo importante per superare alcuni delle sfide da affrontare.
Innanzitutto, è necessaria una migliore conoscenza tra i responsabili delle decisioni finanziarie in merito alla sostenibilità: ciò include il riconoscimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite e dei rischi associati al cambiamento climatico, ma si riferisce anche all'impatto delle attività umane sul capitale naturale e sulla biodiversità, all'aumento della disuguaglianza o cosa significa crescita inclusiva.
In secondo luogo, altrettanto importante è aumentare la conoscenza sulla finanza sostenibile: i piccoli e grandi investitori nel settore privato e le imprese devono comprendere le diverse strategie di investimento, la grande varietà di prodotti finanziari sostenibili e il modo in cui funzionano, la necessità dell'integrazione dei rischi ESG e quanto sia rilevante l'impatto delle loro decisioni finanziarie.
In terzo luogo, è importante tradurre questa consapevolezza e comprensione nel processo decisionale: l'educazione finanziaria, se contestualizzata e proporzionata nei momenti chiave dell'apprendimento, può promuovere il cambiamento comportamentale richiesto.
L’Unione Europea, come parte della propria strategia per la sostenibilità rilanciata recentemente attraverso il Green Deal, si è posta come capofila nella promozione della finanza sostenibile, attraverso una serie di ambiziose iniziative normative lanciate in risposta alle priorità definite dall’Action Plan per la finanza sostenibile del 2018.
Secondo Morningstar, a fine giugno 2020 il valore totale degli investimenti in 3.432 fondi “sostenibili” ha superato la soglia di 1.000 miliardi di dollari a livello mondiale. L’Europa è il mercato di riferimento, con un flusso netto di nuovi impieghi nel primo semestre 2020 pari a 61 miliardi (l’86% del totale) e uno stock complessivo pari a 870 miliardi (l’82% del totale).
L’incertezza legata alla pandemia Covid-19 non ha frenato la raccolta che, a livello globale, ha registrato un valore record nella seconda metà del 2020 (+72% sui primi sei mesi). Continua a crescere anche il numero di prodotti (fondi attivi ed ETF) che si richiamano a criteri ESG nella loro policy di investimento: nella seconda metà del 2020 si contano ben 125 nuovi fondi offerti al mercato, di cui 107 solo in Europa.