Generare valore nel tempo
Ambiente e sviluppo sociale sempre più al centro delle strategie aziendali
Dall’efficienza energetica alla valutazione dell’impatto delle scelte aziendali sugli stakeholder, sia in riferimento ai prodotti che all’approccio agli investimenti, passando per un solido e trasparente modello organizzativo: i concetti di “green” ed Esg (enviromental, social e governance) sono divenuti due capisaldi delle strategie per guidare uno sviluppo più equilibrato e stabile di aziende e società.
Secondo un’analisi pubblicata di recente da “Forbes”, i vantaggi di affrontare in modo proattivo i fattori Esg sono significativi; infatti, essere capaci di una solida gestione di questi aspetti può aprire l'accesso a grandi pool di capitali, rinforzare il marchio e la reputazione e ridurre i rischi per garantire una crescita a lungo termine a beneficio di aziende e investitori. In particolare, il nuovo approccio che sta via via caratterizzando le scelte societarie sancisce un radicale passaggio da scelte guidate da criteri di brevissimo periodo a un’impostazione che guarda più nel medio-lungo periodo e sull’impatto sociale e ambientale delle attività aziendali. L’obiettivo è quello di garantire generazione di valore nel tempo piuttosto che rincorrere utilità nell’immediato con tattiche che potrebbero esporre successivamente l’azienda a shock e perdite.
Il termine Esg è stato coniato per la prima volta nel 2005 in un importante studio dal titolo "Who Cares Wins", frutto dell’iniziativa lanciata nel 2004 dall’allora segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, con l’obiettivo di trovare metodi per integrare la considerazione di fattori Esg nei criteri di allocazione dei capitali. Negli stessi anni lo studio “Who Cares Wins” e il rapporto “Freshfield” della United Nations Environment Programme Finance Initiative (Unep-Fi) hanno dimostrato come gli aspetti Esg siano rilevanti per la valutazione finanziaria. I due rapporti sono andati a costituire la spina dorsale per il lancio, nel 2006, dei Principles for Responsible Investment (Pri), nell’ambito delle attività della Borsa di New York, a cui è seguita l'iniziativa di Borsa sostenibile (Sssei), l'anno successivo. Il Pri sostenuto dall'Onu ha raggiunto nel 2017 i 1.600 membri in rappresentanza di oltre 70 mila miliardi di dollari in gestione.
Nel clima economico in rapida evoluzione di oggi, l'attenzione agli aspetti Esg sta diventando fondamentale per il successo competitivo a lungo termine. Secondo una recente analisi della Ussif Foundation, gli investimenti totali domiciliati negli Stati Uniti, che selezionano gli emittenti anche sulla base delle loro performance di sostenibilità comunemente indicati come Socially Responsible Investments hanno raggiunto gli 8,72 miliardi di dollari, con un aumento del 33 per cento rispetto al 2014 e un aumento di 14 volte dal 1995. Questo approccio strategico agli investimenti non deriva solo da presupposti etico-morali, ma sempre più da considerazioni di migliore efficienza finanziaria.
Secondo un recente sondaggio condotto da Natixis Investment Management, l’attenzione agli aspetti ambientali, sociali e di governance sta assumendo un ruolo sempre più dominante nelle strategie di investimento delle istituzioni. Più della metà (il 63 per cento nella sola Asia) dei 500 investitori istituzionali intervistati da Natixis concorda infatti sul fatto che tenere conto degli aspetti ambientali, sociali e di governance (Esg) nella valutazione di un emittente siano prioritari. A livello globale il 43 per cento degli investitori considera i fattori Esg tanto importanti quanto i fattori finanziari fondamentali nell'analisi di un'azienda, e un quinto lo considera un modo importante per generare rendimenti a lungo termine. Dalla ricerca è emerso inoltre che almeno tre su cinque investitori istituzionali incorporano la valutazione degli aspetti ESG fra i criteri di selezione dei titoli. I fondi pensione, che hanno orizzonti di investimento a lungo termine e strategie più prudenziali, hanno guidato la domanda.
Per quanto riguarda il solo panorama finanziario europeo, le cosiddette “obbligazioni verdi”, legate cioè al finanziamento di soluzioni per il cambiamento climatico, hanno registrato performance positive nel generale debole clima del mercato primario europeo. Le vendite di obbligazioni verdi emesse in divisa euro sono cresciute del 18 per cento nel corso del 2018, attestandosi a 53 miliardi di euro (60 miliardi di dollari), in netto contrasto con la riduzione del 10 per cento registrato dall’emissione di obbligazioni convenzionali. Nonostante il possibile futuro declino dovuto a circa due anni di crescita, le vendite di obbligazioni verdi potrebbero trovare nuovi fattori di crescita legati allo sviluppo di auto elettriche e ad altre iniziative di contrasto ai cambiamenti climatici e di riduzione degli impatti ambientali promosse da aziende e paesi europei.
Il Gruppo Generali ha formalizzato il proprio impegno nell’ambito degli investimenti responsabili a partire dal 2006, e le proprie Linee Guida Etiche sono state approvate nel 2010.
Per saperne di più, visita la sezione investimenti responsabili.