Cybercrime: un rischio arginabile
Proteggere i dati è un tema centrale per la sostenibilità economica di un’azienda
Se non siete nel lungo elenco delle vittime, avrete comunque sentito parlare di furti di identità online, di spionaggio industriale, di malware, di computer violati da criminali informatici che rubano il numero della carta di credito.
Usiamo lo smartphone e la email per comunicare, scarichiamo film digitali e musica in mp3, per muoverci saliamo su auto sempre più tecnologiche e per gli acquisti ci rivolgiamo al commercio online. Ci sembra tutto così naturale, scontato che non facciamo più caso al numero di informazioni che lasciamo sul computer o in rete. Il pc e lo smartphone non fanno paura e questo ci spinge a essere confidenti e a sottovalutare i pericoli nascosti dietro lo schermo. L’errore più comune è di non rendersi conto che tutti, aziende e cittadini, dispongono di dati che possono interessare i criminali informatici, perché se non siamo un obiettivo diretto, può esserlo qualcuno molto vicino a noi.
Sono le PMI il target preferito dai cyber criminali che trovano più facile violare il sistema di una piccola azienda per poi prendere il controllo di una macchina da remoto e puntare al bersaglio grosso entrando nei sistemi di una grande azienda, partner nella supply chain.
Ormai si parla del Cyber Crime come di una vera e propria industria, con strutture che lavorano nel dark web e sviluppano un giro d’affari annuo di oltre 400 miliardi di dollari.
Secondo i dati raccolti dallo studio “Cost of Cyber Crime” di Ponemon Institute, un solo caso di data breach con perdita di dati e account di utenti e dipendenti può costare a un’azienda fino a 3,62 milioni di dollari e ci vogliono in media 66 giorni per tornare alla normalità, al netto dei danni reputazionali e quelli di immagine. Dati alla mano, la protezione dei dati è il tema centrale per la sostenibilità economica di un’azienda.
È vero che la trasformazione digitale garantisce un notevole vantaggio competitivo a imprese e istituzioni, ma è altrettanto vero che serve un utilizzo consapevole dell’innovazione in cui siano valutati attentamente opportunità e rischi.
Il forte incremento dei costi globali generati da Cyber Crime sono in parte dovuti alla difficoltà delle organizzazioni a gestire in sicurezza l’integrazione dei dispositivi di Internet of Things (IoT) e Industry 4.0 con i servizi informatici più tradizionali.
In un ambiente economico ipercompetitivo, globale e facilmente modificabile dall’innovazione tecnologica, limitare i rischi e gestire le vulnerabilità è uno dei pilastri della pianificazione strategica di un’azienda, dove l’assicurazione gioca un ruolo fondamentale.
Nonostante la cyber security venga trattata con sempre più attenzione, il mercato delle assicurazioni cyber è ancora agli albori, seppure destinato a un considerevole sviluppo. Si stima che circa il 30% delle imprese globali abbia sottoscritto una polizza, con percentuali a una cifra per il segmento delle PMI.
Generali, in qualità di assicuratore globale, vuole essere in prima linea nell’identificazione e nel contenimento di questa tipologia di rischi emergenti, proponendo soluzioni innovative e appropriate per i clienti. Lo farà grazie all’expertise presente all’interno della nuova funzione dedicata alla Cyber Insurance ed alla capacità di innovazione tecnologica che contraddistingue il Gruppo e che è alla base della start-up CyberSecurTech.
Per saperne di più leggi il comunicato "Generali lancia una funzione interamente dedicata alla cyber insurance e la start-up CyberSecurTech".