Aeromobili: il binomio virtuoso
Aumenta il traffico aereo e diminuiscono gli incidenti
Oltre 4 miliardi e 100 milioni di passeggeri trasportati nel 2017 e in ulteriore aumento nel 2018. La conferma di un trend di crescita medio negli ultimi dieci anni attorno al 6,7%, anche tenuto conto della battuta d’arresto verificatasi a ridosso della crisi economica del 2008. Sono questi i dati che si ricavano dalle statistiche ufficiali pubblicate dall’agenzia specializzata delle Nazioni Unite ICAO (International Civil Aviation Organization), dati che si confrontano con numeri non altrettanto importanti nel traffico di merci sottoposto da decenni alla forte concorrenza del traporto via mare.
Legittimo quindi domandarsi se alla crescita costante del numero di aerei che solcano i nostri cieli e al moltiplicarsi delle miglia volate sia corrisposto un parallelo aumento degli incidenti. Un quesito giustificato dalla paura collegata alla percezione psicologica di maggior pericolo connesso all’essere sospesi nel vuoto all’interno di un veicolo soggetto inevitabilmente alla forza di gravità.
Si rimarrà quindi stupiti, leggendo le statistiche, tanto del numero in assoluto estremamente ridotto degli incidenti che hanno comportato perdite di vite umane (dieci nel corso del 2017), quanto in rapporto al numero di voli effettuati (attorno a 0,3 per milione di voli). Questi numeri sono relativi ad aeromobili civili di utilizzo commerciale con capacità di trasporto di almeno 14 persone per cui dal conteggio restano ovviamente esclusi tutti i velivoli privati di dimensioni inferiori.
È quindi intuitivo dedurre che i progressi nell’ambito della sicurezza del volo sono stati incredibilmente ampi e che, come si sente spesso ripetere, l’aereo rappresenti oggi il mezzo per spostarsi più sicuro per antonomasia.
Ma come ha reagito il mercato assicurativo del trasporto aereo a questa evoluzione?
Anzitutto, è evidente la riduzione del rischio connesso ai guasti meccanici. L’evoluzione tecnologica, la migliore manutenzione e il rinnovo delle flotte, il cui valore è notevolmente incrementato negli ultimi anni, hanno fortemente ridotto le perdite derivanti da questo genere di rischio. Resta invariato invece quello umano che va tuttavia scisso tra errore del pilota e fattore umano, ma a fronte del quale le perdite si sono letteralmente dimezzate a partire dagli anni duemila.
Questo deriva dal fatto che i sistemi ausiliari a supporto del volo hanno enormemente compresso il rischio di pilotaggio cui, peraltro, è corrisposto un incremento del rischio del fattore umano, ossia di quei comportamenti volontari e prevalentemente dolosi tenuti da membri dell’equipaggio.
In forte crescita è invece il rischio terrorismo, di cui il trasporto aereo resta da sempre un obiettivo prioritario, considerati il potenziale di perdita di vite umane, l’impatto psicologico e la forte risonanza mediatica normalmente dedicata a questi eventi estremamente dolorosi.
Resta solo più contenuto il cyber-risk che prende di mira principalmente i sistemi di prenotazione o di supporto logistico e si propone di cagionare quindi ingenti danni economici per la messa a terra degli aerei anche per poche ore o tramite paralisi temporanee del traffico aereo.
Emerge infine il rischio droni, in un certo verso equiparabile a quello degli uccelli in volo, per possibili collisioni con gli aeromobili e in particolare di danneggiamento e messa in fuori uso dei motori.
A fronte di questo mix piuttosto bilanciato, le più recenti ricerche evidenziano che il valore dei premi, pur in un mercato in crescita, è costantemente sceso da inizio millennio in conseguenza anche di una accresciuta capacità assicurativa che continua comunque a mostrare verso questo settore un forte interesse, rafforzato peraltro dalla forte discesa dei rendimenti a seguito dell’allentamento monetario e dalla crescente ricerca di impieghi alternativi decorrelati dall’andamento dei mercati finanziari.