Un green dal cuore molto rosso
L’esperienza del Green bond è stata strategica perchè con una sola transazione, il Gruppo è riuscito - ricomprando 1 miliardo di titoli con cedola media 8% e scadenza 2022 ed emettendo 750 milioni con cedola 2.1% con scadenza 2030 - a mettere in cassaforte gli obiettivi quantitativi e qualitativi della strategia del debito del Piano 2019-2021: riduzione del debito e della spesa per interessi, riduzione del rischio rifinanziamento e allungamento della scadenza media del debito. Inoltre la transazione è stata una prova tangibile che stiamo rivedendo ogni aspetto del business - dall’underwriting agli investimenti, dall’engagement con gli stakeholders alla gestione del debito – attraverso le lenti della Sostenibilità, cosa che pone le basi per altri 190 anni al top. In questo ripensamento del business, il supporto di Lucia Silva è stato fantastico sia a livello morale che professionale.
L’emissione del Green Bond è un seme anche delle Generali che vedo in futuro: un Gruppo dove si cerca di uscire dalla retorica del “non xe pol”, focalizzandosi su cosa si può fare per raggiungere un obiettivo superando gli ostacoli anzichè scoraggiarsi di fronte a quegli ostacoli che rendono quell’obiettivo ambizioso; un Gruppo che non ha complessi di inferiorità rispetto ai peers semplicemente per via della minore market cap: abbiamo emesso il green bond prima di Allianz, Zurich o AXA e diverse compagnie assicurative europee hanno emesso green bonds negli ultimi 18 mesi riprendendo i tratti salienti del nostro green bond framework. La mia speranza e il mio desiderio per i miei prossimi 19 anni nel Gruppo è di contribuire a permettere alla market cap di Generali di esser in linea con quella dei nostri peers. Come direbbe John Lennon “You may say I am a dreamer” ma in realtà penso che se tutti assieme togliamo il “non” dal “xe pol” quell’obiettivo è a portata di mano, specie se sempre più persone lavoreranno col cuore per le Generali.
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Un green dal cuore molto rosso
Uno dei più bei ricordi dei miei quasi 19 anni in Generali è legato all’emissione del primo green bond nel 2019. Quell’esperienza condensa ciò che amo nelle Generali di oggi e ciò che vedo in quelle di domani. L’emissione è stata possibile grazie all’expertise di Generali Real Estate in ambito immobiliare e alla lungimiranza del team guidato da Aldo Mazzocco di investire sempre più in immobili caratterizzati da alta efficienza energetica e certificati esternamente. Il patrimonio di green buildings del Gruppo è stata la spina dorsale del progetto. Nessuno in GRE aveva dei KPI o degli obiettivi legati all’emissione del Green Bond ma ho ricevuto da parte loro un supporto straordinario, così come dal team di Lucia Silva e di Francesco Sola. Questo è ciò che amo del Gruppo, ci sono 70,000 persone circa che lavorano alle Generali: è stupendo poter entrare in contatto e collaborare anno dopo anno con chi intimamente vuole lavorare per le Generali. L’esperienza del Green Bond mi ha permesso di conoscere tanti nuovi colleghi che lavorano per le Generali ed è grazie a questa loro attitudine che il progetto è andato in porto.
L’esperienza del Green bond è stata strategica perchè con una sola transazione, il Gruppo è riuscito - ricomprando 1 miliardo di titoli con cedola media 8% e scadenza 2022 ed emettendo 750 milioni con cedola 2.1% con scadenza 2030 - a mettere in cassaforte gli obiettivi quantitativi e qualitativi della strategia del debito del Piano 2019-2021: riduzione del debito e della spesa per interessi, riduzione del rischio rifinanziamento e allungamento della scadenza media del debito. Inoltre la transazione è stata una prova tangibile che stiamo rivedendo ogni aspetto del business - dall’underwriting agli investimenti, dall’engagement con gli stakeholders alla gestione del debito – attraverso le lenti della Sostenibilità, cosa che pone le basi per altri 190 anni al top. In questo ripensamento del business, il supporto di Lucia Silva è stato fantastico sia a livello morale che professionale.
L’emissione del Green Bond è un seme anche delle Generali che vedo in futuro: un Gruppo dove si cerca di uscire dalla retorica del “non xe pol”, focalizzandosi su cosa si può fare per raggiungere un obiettivo superando gli ostacoli anzichè scoraggiarsi di fronte a quegli ostacoli che rendono quell’obiettivo ambizioso; un Gruppo che non ha complessi di inferiorità rispetto ai peers semplicemente per via della minore market cap: abbiamo emesso il green bond prima di Allianz, Zurich o AXA e diverse compagnie assicurative europee hanno emesso green bonds negli ultimi 18 mesi riprendendo i tratti salienti del nostro green bond framework. La mia speranza e il mio desiderio per i miei prossimi 19 anni nel Gruppo è di contribuire a permettere alla market cap di Generali di esser in linea con quella dei nostri peers. Come direbbe John Lennon “You may say I am a dreamer” ma in realtà penso che se tutti assieme togliamo il “non” dal “xe pol” quell’obiettivo è a portata di mano, specie se sempre più persone lavoreranno col cuore per le Generali.