Come per un ciclista pedalare al velodromo Vigorelli
Le Generali a me, ciclista della domenica, hanno regalato un sogno: pedalare sulla pista del mitico Velodromo Vigorelli.
Il vecchio e glorioso impianto, nel quale Olmo (1935), Coppi (1942) e Anquetil (1956) hanno battuto il record dell’ora, da anni era in decadenza. Nel progetto CityLife il nostro Gruppo si è preso in carico la ristrutturazione della pista e delle tribune che ora, tirate a lucido, sono guardate dall’alto dal nostro grattacielo “Storto”.
E’ stata una giornata entusiasmante, motivante e terrificante. Terrificante perché affrontare le curve paraboliche con la bici mi ha fatto una paura esagerata. Sicuramente non ha aiutato l’allenatore che, nel prepararci alla pista ha detto: “Mi ricordo quella volta che ho bucato in curva e ho fatto tutta la pista, dall’alto al basso, con il sedere. Mi sono ustionato tutto”.
Superato lo spavento, insieme ad altri colleghi (alcuni veramente bravissimi) abbiamo potuto fare numerosi giri di pista per sentirci, almeno un giorno, campioni del pedale.
Ed abbiamo anche sperimentato plasticamente come per Generali essere vicino ai propri stakeholder, in questo caso la Città di Milano, proprietaria dell’impianto, sia un modo di essere da 190 anni.
Un ulteriore motivo per essere orgoglioso di essere una piccola parte di questa storia che prosegue da quasi due secoli.
Come per una ballerina danzare sulle assi del Bolshoi. Come per professore tenere una lezione alla Sorbona. Come per un impiegato lavorare in Generali.
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Come per un ciclista pedalare al velodromo Vigorelli
Come per una tennista calcare l’erba del centrale di Wimbledon. Come per un calciatore giocare al Maracanà. Come per un rugbista correre sul prato di Twickenham.
Le Generali a me, ciclista della domenica, hanno regalato un sogno: pedalare sulla pista del mitico Velodromo Vigorelli.
Il vecchio e glorioso impianto, nel quale Olmo (1935), Coppi (1942) e Anquetil (1956) hanno battuto il record dell’ora, da anni era in decadenza. Nel progetto CityLife il nostro Gruppo si è preso in carico la ristrutturazione della pista e delle tribune che ora, tirate a lucido, sono guardate dall’alto dal nostro grattacielo “Storto”.
E’ stata una giornata entusiasmante, motivante e terrificante. Terrificante perché affrontare le curve paraboliche con la bici mi ha fatto una paura esagerata. Sicuramente non ha aiutato l’allenatore che, nel prepararci alla pista ha detto: “Mi ricordo quella volta che ho bucato in curva e ho fatto tutta la pista, dall’alto al basso, con il sedere. Mi sono ustionato tutto”.
Superato lo spavento, insieme ad altri colleghi (alcuni veramente bravissimi) abbiamo potuto fare numerosi giri di pista per sentirci, almeno un giorno, campioni del pedale.
Ed abbiamo anche sperimentato plasticamente come per Generali essere vicino ai propri stakeholder, in questo caso la Città di Milano, proprietaria dell’impianto, sia un modo di essere da 190 anni.
Un ulteriore motivo per essere orgoglioso di essere una piccola parte di questa storia che prosegue da quasi due secoli.
Come per una ballerina danzare sulle assi del Bolshoi. Come per professore tenere una lezione alla Sorbona. Come per un impiegato lavorare in Generali.